Chi Può Accedere Alla Legge Salva Suicidi

La Legge 3/2012, conosciuta anche come “Legge Salva Suicidi,” è stata introdotta per aiutare individui e piccole imprese a risolvere situazioni di sovraindebitamento. Successivamente, il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) ha aggiornato e integrato queste disposizioni, fornendo un quadro normativo più completo e strutturato per gestire le crisi economiche. In questo articolo di Studio Monardo, gli avvocati specializzati in legge salva suicidi, esamineremo chi può accedere alla Legge Salva Suicidi secondo il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, utilizzando domande e risposte, cifre, dati, leggi specifiche e esempi pratici.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Domande e Risposte

Chi può accedere alla Legge Salva Suicidi?

La Legge Salva Suicidi è destinata a individui e piccole imprese che si trovano in una condizione di sovraindebitamento. Secondo il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, possono accedere alla procedura:

  1. Consumatori: Persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Ad esempio, un lavoratore dipendente che ha accumulato debiti personali non collegati alla sua attività lavorativa.
  2. Imprese minori: Imprese che, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di accesso alla procedura, non hanno avuto un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a 300.000 euro e non hanno realizzato ricavi lordi superiori a 200.000 euro all’anno. Inoltre, l’impresa deve avere un ammontare di debiti, anche non scaduti, inferiore a 500.000 euro.
  3. Imprese agricole: Imprese che svolgono attività agricole come definite dall’articolo 2135 del Codice Civile. Ad esempio, un agricoltore con debiti legati alla gestione della propria azienda agricola.
  4. Imprese start-up innovative: Imprese che possiedono i requisiti previsti dalla legge per essere considerate start-up innovative e sono iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese.
  5. Professionisti, artisti e lavoratori autonomi: Persone fisiche che svolgono attività professionali o artistiche o che lavorano come autonomi, senza essere qualificati come imprenditori.

Quali sono i requisiti specifici per accedere alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento?

Per accedere alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, prevista dalla Legge 3/2012 e integrata dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), i debitori devono soddisfare specifici requisiti e condizioni. Questa procedura è stata istituita per aiutare coloro che si trovano in difficoltà economiche a ristrutturare i loro debiti e ripartire. Ecco i requisiti specifici per accedere a tale procedura:

Il debitore deve trovarsi in una condizione di sovraindebitamento, definita come uno stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza e che si manifesta con inadempimenti o altri fatti esteriori che dimostrano l’incapacità di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni. Questa definizione include situazioni in cui il debitore non riesce a far fronte ai pagamenti dei debiti contratti, siano essi personali o legati all’attività professionale o imprenditoriale.

Sono ammessi alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento vari soggetti, tra cui:

Consumatori: Persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigiana o professionale eventualmente svolta. Ad esempio, un lavoratore dipendente con debiti personali può accedere alla procedura se questi debiti non sono legati alla sua attività professionale.

Imprese minori: Imprese che non hanno superato, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza, i seguenti limiti: un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo superiore a 300.000 euro, ricavi lordi superiori a 200.000 euro all’anno, e debiti, anche non scaduti, superiori a 500.000 euro. Queste imprese possono includere piccole attività commerciali o artigianali che si trovano in difficoltà finanziarie.

Imprese agricole: Imprese che svolgono attività agricole come definite dall’art. 2135 del Codice Civile. Gli agricoltori con debiti derivanti dalla gestione della propria azienda agricola possono accedere alla procedura per ristrutturare i loro debiti.

Imprese start-up innovative: Imprese che possiedono i requisiti previsti dalla legge per essere considerate start-up innovative e sono iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese. Queste imprese possono avvalersi della procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento per affrontare difficoltà economiche legate alla fase iniziale dell’attività.

Professionisti, artisti e lavoratori autonomi: Persone fisiche che svolgono attività professionali o artistiche o che lavorano come autonomi, senza essere qualificati come imprenditori. Ad esempio, un avvocato o un artista con debiti personali legati alla propria attività può accedere alla procedura.

L’istanza di ammissione alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento non è ammissibile quando il debitore:

  • È soggetto o assoggettabile alla liquidazione giudiziale (fallimento) o ad altre procedure concorsuali. Questo significa che le imprese che possono essere soggette a procedure fallimentari non possono accedere alla procedura di sovraindebitamento.
  • È già stato esdebitato nei cinque anni precedenti alla presentazione della domanda. La legge prevede che un debitore possa beneficiare dell’esdebitazione solo una volta ogni cinque anni.
  • Ha già beneficiato dell’esdebitazione per due volte. Questo limita la possibilità di accedere ripetutamente ai benefici della procedura di sovraindebitamento.
  • Ha causato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode. Se il debitore ha agito in modo fraudolento o negligente, non può accedere alla procedura.
  • Ha presentato una documentazione che non consente di ricostruire compiutamente la sua situazione economica e patrimoniale. La trasparenza e la completezza della documentazione sono essenziali per accedere alla procedura.

Per avviare la procedura, il debitore deve presentare un’istanza al tribunale competente, che deve includere una serie di documenti, tra cui una relazione dettagliata sulla situazione economica e patrimoniale del debitore, un piano di ristrutturazione del debito, e un inventario dei beni. Il tribunale nomina un organismo di composizione della crisi (OCC) per assistere il debitore nella redazione del piano e nella gestione delle trattative con i creditori. Il piano proposto deve essere approvato dai creditori e omologato dal tribunale.

In sintesi, accedere alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento richiede il rispetto di requisiti specifici e la presentazione di una documentazione completa e accurata. La presenza di un avvocato esperto e di un OCC è fondamentale per guidare il debitore attraverso il processo e garantire che tutte le operazioni siano conformi alla legge.

Come si avvia la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento?

Avviare la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento, secondo la Legge 3/2012 e il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), richiede diversi passaggi specifici e una documentazione completa. Ecco i passaggi fondamentali per avviare questa procedura:

Il primo passo è comprendere se il debitore soddisfa i requisiti di sovraindebitamento, ossia una condizione di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza, caratterizzata dall’incapacità di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. Verificati i requisiti, il debitore deve raccogliere tutta la documentazione necessaria per dimostrare la propria situazione economica e patrimoniale. Questa documentazione include bilanci, conti economici, dichiarazioni fiscali, estratti conto bancari, e qualsiasi altra informazione finanziaria rilevante.

Una volta raccolta la documentazione, il debitore deve redigere una relazione dettagliata sulla propria situazione economica e patrimoniale. Questa relazione deve fornire un quadro chiaro e completo della situazione debitoria, includendo un elenco dei debiti, dei creditori e dei beni disponibili. È fondamentale che la relazione sia precisa e completa, poiché qualsiasi omissione o errore può compromettere l’intera procedura.

Con la relazione pronta, il debitore deve preparare un piano di ristrutturazione del debito. Questo piano deve indicare come il debitore intende rimborsare i propri debiti, proponendo una soluzione praticabile e sostenibile. Il piano può includere misure come la dilazione dei pagamenti, la riduzione dell’ammontare del debito, o altre forme di ristrutturazione del debito. È essenziale che il piano sia realistico e fattibile, tenendo conto delle capacità finanziarie del debitore.

Il passo successivo è la presentazione dell’istanza al tribunale competente. Il debitore deve depositare l’istanza presso il tribunale del luogo di residenza o della sede legale, allegando la relazione sulla situazione economica e patrimoniale, il piano di ristrutturazione del debito e tutta la documentazione raccolta. L’istanza deve essere redatta in modo chiaro e dettagliato, indicando chiaramente la richiesta di ammissione alla procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento.

Dopo la presentazione dell’istanza, il tribunale nomina un organismo di composizione della crisi (OCC), che ha il compito di assistere il debitore nella redazione del piano e nella gestione delle trattative con i creditori. L’OCC è composto da professionisti esperti in gestione delle crisi d’impresa e ha il compito di verificare la veridicità e l’accuratezza della documentazione presentata, nonché di supportare il debitore nelle fasi successive della procedura.

Una volta nominato, l’OCC procede con la verifica della documentazione e della situazione economica del debitore. Questa fase è cruciale per garantire che tutte le informazioni siano corrette e complete. L’OCC può richiedere ulteriori documenti o chiarimenti al debitore, e può svolgere indagini per accertare la veridicità delle dichiarazioni rese.

Con la documentazione verificata, l’OCC aiuta il debitore a finalizzare il piano di ristrutturazione del debito, che deve essere sottoposto all’approvazione dei creditori. L’OCC organizza una riunione con i creditori, durante la quale il piano viene presentato e discusso. I creditori possono approvare il piano, richiedere modifiche o respingerlo. È importante che il piano sia convincente e realistico per ottenere l’approvazione dei creditori.

Se il piano viene approvato dai creditori, l’OCC presenta una relazione al tribunale, raccomandando l’omologazione del piano. Il tribunale esamina la relazione e il piano proposto, e se ritiene che il piano sia conforme alla legge e nell’interesse dei creditori, emette un decreto di omologazione. L’omologazione del piano rende il piano vincolante per tutti i creditori, anche per quelli dissenzienti.

Una volta omologato, il piano di ristrutturazione del debito entra in vigore e il debitore deve iniziare a rispettare gli impegni previsti dal piano. L’OCC continua a monitorare l’esecuzione del piano, verificando che il debitore adempia regolarmente alle proprie obbligazioni. Se il debitore rispetta gli impegni previsti dal piano, al termine del periodo di ristrutturazione il debito residuo viene cancellato, consentendo al debitore di ripartire da una situazione finanziaria più sostenibile.

In conclusione, avviare la procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento richiede una serie di passaggi complessi e una documentazione accurata. La consulenza di un avvocato esperto e l’assistenza di un OCC sono fondamentali per garantire che tutte le operazioni siano conformi alla legge e per aumentare le probabilità di successo della procedura.

Quali sono le procedure specifiche previste dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza per il sovraindebitamento?

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza prevede quattro procedure specifiche per gestire il sovraindebitamento:

  1. Ristrutturazione dei debiti del consumatore: Rivolta ai consumatori, prevede la ristrutturazione del debito attraverso un piano di pagamento approvato dai creditori e omologato dal tribunale.
  2. Concordato minore: Rivolto alle piccole imprese, prevede la ristrutturazione del debito attraverso un accordo con i creditori, approvato dal tribunale.
  3. Liquidazione controllata dei beni: Prevede la liquidazione del patrimonio del debitore sotto la supervisione del tribunale, con la distribuzione del ricavato tra i creditori.
  4. Esdebitazione del debitore incapiente: Consente al debitore che non ha più beni da liquidare di ottenere la cancellazione dei debiti residui, a condizione che abbia collaborato pienamente durante la procedura e non abbia commesso atti fraudolenti.

Esempi pratici di applicazione della Legge Salva Suicidi

Esempio 1: Un lavoratore dipendente con debiti personali. Mario, un impiegato con un reddito fisso, ha accumulato debiti per 50.000 euro a causa di spese mediche impreviste e difficoltà familiari. Non riuscendo più a pagare le rate dei prestiti, decide di avvalersi della Legge Salva Suicidi. Presenta un’istanza al tribunale con l’assistenza di un OCC, proponendo un piano di ristrutturazione del debito che prevede il pagamento del 50% del debito in cinque anni. Il piano viene approvato dai creditori e omologato dal tribunale, permettendo a Mario di evitare l’insolvenza e di ristrutturare il suo debito.

Esempio 2: Una piccola impresa in difficoltà. L’azienda di Lucia, che produce articoli artigianali, ha subito un calo delle vendite e si trova con debiti per 150.000 euro. Lucia decide di avvalersi della Legge Salva Suicidi e presenta un’istanza per il concordato minore. Propone ai creditori un piano che prevede la vendita di parte del magazzino e il pagamento del 60% del debito in tre anni. Dopo l’approvazione del piano da parte dei creditori e del tribunale, Lucia riesce a salvare la sua azienda e a ristrutturare il debito.

Esempio 3: Un agricoltore sovraindebitato. Giovanni, un agricoltore con debiti per 80.000 euro dovuti a cattivi raccolti e spese per attrezzature agricole, decide di avvalersi della procedura di liquidazione controllata dei beni. Con l’assistenza di un OCC, Giovanni presenta un’istanza al tribunale e propone la vendita di alcuni terreni per pagare i creditori. Il tribunale approva la liquidazione e, dopo la vendita dei beni, i creditori vengono soddisfatti secondo l’ordine di priorità.

Esempio 4: Un professionista con debiti elevati. Anna, un avvocato con debiti per 200.000 euro a causa di investimenti falliti, decide di avvalersi della ristrutturazione dei debiti del consumatore. Presenta un piano di pagamento che prevede il pagamento del 40% del debito in sei anni, con l’assistenza di un OCC. Dopo l’approvazione del piano da parte dei creditori e del tribunale, Anna riesce a ristrutturare il suo debito e a continuare la sua attività professionale.

Esempio 5: Un debitore incapiente. Paolo, un piccolo commerciante che ha chiuso la sua attività e non ha più beni da liquidare, si trova con debiti per 100.000 euro. Decide di avvalersi della procedura di esdebitazione del debitore incapiente. Presenta un’istanza al tribunale con l’assistenza di un OCC, dimostrando di aver collaborato pienamente durante la procedura e di non aver commesso atti fraudolenti. Il tribunale approva l’esdebitazione, cancellando i debiti residui e permettendo a Paolo di ripartire da zero.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Sovraindebitamento e Legge Salva Suicidi

Affrontare una situazione di sovraindebitamento è un percorso complesso e delicato che richiede non solo una chiara comprensione delle normative vigenti ma anche una strategia ben definita per garantire che i diritti del debitore siano tutelati e che la procedura si svolga nel modo più fluido possibile. La Legge 3/2012, nota come “Legge Salva Suicidi”, e il successivo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019) offrono strumenti preziosi per gestire tali situazioni, ma la loro applicazione pratica può essere piena di insidie senza la giusta assistenza legale.

La consulenza di un avvocato esperto in sovraindebitamento è fondamentale per diversi motivi. In primo luogo, un avvocato specializzato ha una conoscenza approfondita delle normative specifiche e delle procedure legali necessarie per avviare e gestire con successo una procedura di composizione della crisi da sovraindebitamento. La complessità di tali leggi richiede una guida esperta per garantire che ogni passo del processo sia eseguito correttamente e che tutte le opportunità legali siano sfruttate al meglio per il beneficio del debitore.

Un avvocato esperto può aiutare a raccogliere e preparare tutta la documentazione necessaria. La presentazione di un’istanza di sovraindebitamento richiede una dettagliata relazione sulla situazione economica e patrimoniale del debitore, un piano di ristrutturazione del debito e un inventario dei beni. La precisione e la completezza di questi documenti sono cruciali per l’accoglimento dell’istanza da parte del tribunale. Un avvocato esperto garantisce che ogni documento sia accurato, completo e presentato nei tempi giusti, evitando ritardi o rifiuti che potrebbero complicare ulteriormente la situazione finanziaria del debitore.

Durante la procedura, l’interazione con il tribunale e con l’organismo di composizione della crisi (OCC) è continua e richiede competenze specifiche. L’avvocato rappresenta il debitore in tutte le udienze e nelle comunicazioni formali, assicurandosi che i diritti del debitore siano rispettati e che le decisioni del curatore e del tribunale siano contestate quando necessario. Questo supporto legale è essenziale per proteggere il debitore da decisioni sfavorevoli o ingiuste che potrebbero compromettere la sua capacità di ristrutturare il debito e riprendere il controllo delle proprie finanze.

Un altro aspetto cruciale è la negoziazione con i creditori. Spesso, la chiave per il successo di una procedura di sovraindebitamento è la capacità di negoziare termini favorevoli con i creditori. Questo può includere la riduzione dell’ammontare del debito, l’estensione dei termini di pagamento o altre modifiche che rendano il debito più gestibile per il debitore. Un avvocato esperto in sovraindebitamento ha le competenze negoziali necessarie per condurre queste trattative in modo efficace, massimizzando le possibilità di raggiungere accordi vantaggiosi per il debitore.

Inoltre, la gestione delle implicazioni fiscali della procedura di sovraindebitamento è un campo che richiede competenze specifiche. La vendita dei beni del debitore può avere conseguenze fiscali significative, e la cancellazione dei debiti può essere considerata reddito imponibile. Un avvocato esperto collabora con consulenti fiscali per minimizzare l’impatto fiscale, garantendo che tutte le azioni siano conformi alle normative fiscali vigenti. Questo approccio integrato evita sorprese fiscali indesiderate e contribuisce a una gestione finanziaria più solida post-liquidazione.

Affrontare una procedura di sovraindebitamento senza l’assistenza di un avvocato espone il debitore a rischi significativi. La complessità delle normative, la necessità di documentazione precisa e completa, e le negoziazioni con i creditori richiedono competenze legali che solo un avvocato esperto può fornire. L’assistenza legale riduce il rischio di errori procedurali, garantisce che tutte le operazioni siano conformi alla legge e protegge i diritti del debitore durante tutto il processo.

La presenza di un avvocato offre anche un significativo sollievo emotivo. Affrontare una situazione di sovraindebitamento è stressante e angosciante. Sapere di avere al proprio fianco un professionista competente e dedicato può alleviare parte di questo stress, offrendo al debitore la sicurezza che la sua situazione è gestita nel modo migliore possibile. Questa sicurezza è inestimabile, permettendo al debitore di concentrarsi su altri aspetti della sua vita e di prepararsi per un futuro finanziario migliore.

Inoltre, l’assistenza di un avvocato esperto assicura che tutte le azioni siano intraprese con la massima diligenza e conformità legale. La complessità delle normative vigenti richiede una comprensione approfondita e aggiornata delle leggi, che un avvocato esperto è in grado di offrire. Questo livello di competenza riduce il rischio di errori procedurali e garantisce che il debitore sia sempre protetto legalmente.

La procedura di sovraindebitamento può avere implicazioni personali e psicologiche significative per il debitore. La perdita dei beni, il lungo processo legale e il monitoraggio continuo possono avere un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere del debitore. La stigmatizzazione sociale associata all’insolvenza e alla liquidazione può influire negativamente sull’autostima e sulle relazioni personali del debitore. Un avvocato esperto può offrire un significativo sollievo emotivo, fornendo supporto e sicurezza durante tutta la procedura. Sapere di avere al proprio fianco un professionista competente e dedicato può alleviare parte di questo stress, offrendo al debitore la sicurezza che la sua situazione è gestita nel modo migliore possibile.

In conclusione, affrontare una procedura di sovraindebitamento senza l’assistenza di un avvocato esperto espone il debitore a rischi significativi e complicazioni potenzialmente devastanti. La consulenza di un avvocato esperto è essenziale per navigare attraverso le complessità legali e procedurali, proteggere i diritti del debitore, negoziare condizioni favorevoli e gestire le implicazioni fiscali e finanziarie della procedura. Investire nella competenza legale di un avvocato esperto è una decisione saggia e necessaria per chiunque si trovi ad affrontare una situazione di sovraindebitamento o insolvenza, garantendo che la procedura di composizione della crisi sia gestita in modo efficace, equo e conforme alla legge. La presenza di un professionista qualificato non solo facilita il processo, ma offre anche la sicurezza e la protezione necessarie per affrontare un momento così critico con maggiore serenità e fiducia nel futuro.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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