Quali Sono I Beni Che Il Fisco Non Può Pignorare Nel 2024? Risponde L’Avvocato

Il concetto di pignoramento da parte del Fisco è un argomento che suscita preoccupazione in molti debitori, in particolare per chi si trova ad affrontare difficoltà economiche o debiti pendenti. Questa procedura, infatti, rappresenta uno dei mezzi attraverso cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione agisce per riscattare i crediti fiscali dovuti.

Tuttavia, è essenziale comprendere che esistono delle normative specifiche che tutelano certi beni dal pignoramento, salvaguardando i diritti e la dignità dei debitori.

Il processo di pignoramento è una realtà legale che incide profondamente nella vita dei cittadini e nelle loro attività quotidiane. Quando si parla di pignoramento, ci si riferisce a un atto giuridico formale attraverso il quale un creditore, in questo caso il Fisco, interviene per espropriare e vendere i beni di un debitore, allo scopo di soddisfare i crediti non ancora estinti. Questo processo è parte integrante dell’esecuzione forzata, e rappresenta uno dei metodi finali a disposizione del creditore per recuperare quanto gli è dovuto.

La procedura di pignoramento è regolamentata dal Codice di Procedura Civile, e implica diverse fasi, a partire dalla notifica dell’atto di pignoramento fino alla vendita all’asta dei beni pignorati. È un processo che può toccare diversi tipi di beni, dai beni mobili, come veicoli e gioielli, ai beni immobili, come case o terreni. Tuttavia, la legge stabilisce chiaramente delle limitazioni per proteggere il debitore e la sua famiglia, garantendo che beni essenziali per la loro sopravvivenza non siano oggetto di pignoramento.

Il Fisco, nel procedere con il pignoramento, deve aderire a norme ben precise che stabiliscono quali beni possono essere soggetti a tale azione e quali, invece, sono protetti. In generale, i beni considerati non pignorabili sono quelli indispensabili per le esigenze fondamentali come dormire, mangiare e lavorare. Questa tutela ha lo scopo di preservare un minimo standard di vita per il debitore e la sua famiglia, evitando che si trovino in una situazione di estrema difficoltà a causa del pignoramento.

Per quanto riguarda gli stipendi e le pensioni, il limite di pignorabilità è fissato a un quinto dell’importo. Anche in questo caso, la legge si pone l’obiettivo di garantire che il debitore possa mantenere un livello di vita accettabile, nonostante il debito pendente. Ci sono poi beni come mobili ed elettrodomestici di lusso, beni immobili (con specifiche limitazioni), libretti di risparmio e altri beni di lusso che possono essere soggetti a pignoramento. Inoltre, veicoli e strumenti di lavoro sono protetti solo se essenziali per l’attività lavorativa del debitore.

Un aspetto fondamentale da considerare è il trattamento dei beni immobili nel contesto del pignoramento. La prima casa di abitazione è generalmente protetta, a patto che il debito sia inferiore a una certa soglia e che l’abitazione non rientri nelle categorie di lusso. Questa disposizione è un chiaro esempio di come la legge cerchi di bilanciare i diritti del creditore con quelli del debitore, fornendo a quest’ultimo una salvaguardia fondamentale per la sua residenza principale.

Le polizze vita rappresentano un’altra categoria di beni protetti dal pignoramento. Questi strumenti finanziari sono concepiti per garantire una sicurezza economica in caso di eventi legati alla vita umana, come la sopravvivenza dell’assicurato oltre un certo termine. In questo contesto, la legge impedisce ai creditori di pignorare il capitale o la rendita accumulata tramite queste polizze, riconoscendo il loro ruolo cruciale nella tutela finanziaria del singolo individuo e della sua famiglia.

Il contesto del pignoramento si complica quando si considerano i beni situati all’estero. In questo caso, la procedura richiede la collaborazione delle autorità fiscali estere e deve confrontarsi con le diverse normative e procedure di pignoramento vigenti in altri paesi. Questo aspetto sottolinea la complessità e la sfida rappresentata dalla tutela dei diritti dei creditori in un mondo globalizzato, dove i beni possono essere dispersi in diverse giurisdizioni.

Ma andiamo ad approfondire punto per punto.

Che Cos’è il Pignoramento?
Il pignoramento è un procedimento legale che viene attivato quando un creditore, in questo contesto il Fisco, si trova di fronte a un debitore che non adempie ai propri obblighi di pagamento. Nella sua essenza, il pignoramento è un atto esecutivo che consente al creditore di recuperare i crediti dovuti attraverso l’appropriazione e, eventualmente, la vendita dei beni del debitore. Questo meccanismo legale è concepito per garantire ai creditori un modo efficace per far valere i propri diritti nei confronti dei debitori inadempienti, soprattutto quando altri metodi di recupero dei crediti si sono dimostrati infruttuosi.

Nel processo di pignoramento, un ufficiale giudiziario, agendo per conto del creditore e sotto l’autorità di un mandato legale, identifica e sequestra i beni del debitore. Questi beni possono essere sia mobili, come veicoli, elettrodomestici o conti bancari, sia immobili, come case e terreni. La scelta dei beni da pignorare dipende dal valore del debito e dalla natura dei beni disponibili. Il principio che guida questo processo è quello di soddisfare il debito del creditore nel modo più efficace possibile, pur rispettando le leggi e le normative che tutelano determinati beni dal pignoramento.

Un aspetto cruciale del pignoramento è la sua natura coattiva. Non si tratta di una negoziazione o di un accordo tra le parti, ma di un’azione imposta dal sistema giudiziario in risposta all’inadempienza del debitore. La legge prevede procedure precise per il pignoramento, stabilendo regole e limiti su come e quali beni possono essere sequestrati e venduti. Questo garantisce che il processo sia condotto in modo giusto ed equilibrato, salvaguardando i diritti sia del creditore che del debitore.

Nel caso del pignoramento operato dal Fisco, l’atto ha luogo quando i debiti fiscali non vengono pagati. Questo può includere varie forme di debito, come imposte non pagate, multe o altre sanzioni. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione, responsabile per la riscossione dei crediti fiscali, ha l’autorità di iniziare il procedimento di pignoramento nei confronti dei debitori che non hanno rispettato le proprie obbligazioni fiscali.

Il processo inizia con una notifica formale al debitore, che segnala l’inizio del procedimento di pignoramento. Segue l’identificazione dei beni da pignorare e il loro sequestro. In alcuni casi, i beni possono essere venduti all’asta per convertirli in liquidità, che viene poi utilizzata per saldare il debito. Questo aspetto del processo è cruciale perché trasforma il valore dei beni in una forma diretta di risarcimento per il creditore.

Il pignoramento, quindi, si posiziona come una risposta legale forte all’inadempienza dei debitori, garantendo ai creditori un modo per esercitare i propri diritti di recupero dei crediti in maniera concreta e tangibile. Allo stesso tempo, è un processo che richiede sensibilità e attenzione, dato che implica l’incursione nei beni personali o aziendali del debitore. In ogni fase del procedimento, è fondamentale rispettare un equilibrio tra la necessità di recuperare i crediti e il diritto del debitore a mantenere un livello di vita dignitoso e sostenibile.

Ora tocchiamo i limiti del pignoramento da parte dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione.

Quali Sono I Limiti del Pignoramento da Parte del Fisco
Nel contesto del pignoramento operato dal Fisco, esistono specifici limiti e regole che sono stati stabiliti per proteggere i debitori da possibili eccessi. Questi limiti sono cruciali perché assicurano che, mentre il Fisco agisce per recuperare i crediti dovuti, i diritti fondamentali dei debitori siano preservati. In sostanza, queste normative mirano a mantenere un equilibrio tra l’esigenza dello Stato di riscuotere le imposte e la necessità di garantire che i debitori non vengano privati dei mezzi essenziali per una vita dignitosa.

Un principio fondamentale nel pignoramento da parte del Fisco è che certi beni, considerati essenziali per il debitore e la sua famiglia, sono esclusi dal processo di pignoramento. Questa tutela legale è volta a garantire che il debitore, nonostante il debito fiscale, abbia la possibilità di conservare uno standard di vita minimo. Ad esempio, oggetti indispensabili per la vita quotidiana come letti, frigoriferi, lavatrici e abiti personali sono generalmente considerati beni non pignorabili. Inoltre, strumenti e attrezzature necessarie per l’esercizio della professione del debitore sono spesso protetti, a patto che siano effettivamente utilizzati per lo svolgimento del suo lavoro.

Per quanto riguarda i redditi, come gli stipendi o le pensioni, il Fisco non può pignorarne l’intero ammontare. Invece, esiste una quota massima pignorabile, che solitamente si attesta intorno a un quinto del reddito totale. Questa limitazione è stata concepita per evitare che il debitore e la sua famiglia siano ridotti in uno stato di indigenza a causa del pignoramento. In questo modo, viene preservata una parte del reddito, garantendo al debitore e alla sua famiglia la possibilità di coprire le spese essenziali per la vita di tutti i giorni.

Per i beni immobili, come la casa di abitazione, esistono specifici criteri che devono essere soddisfatti prima che possano essere soggetti a pignoramento. In generale, la legge cerca di proteggere la prima casa di residenza del debitore, soprattutto se questa non rientra in categorie di lusso o valore elevato. Questa protezione è particolarmente importante, poiché la casa rappresenta non solo un bene materiale, ma anche un elemento centrale della stabilità familiare e personale.

È importante sottolineare che, anche se alcuni beni sono tecnicamente pignorabili, il processo di pignoramento non è automatico. Il Fisco deve valutare attentamente ogni situazione e procedere con il pignoramento solo dopo aver esaminato tutte le circostanze del caso. Questo approccio riflette un tentativo di bilanciare l’efficienza nella riscossione delle imposte con la comprensione e il rispetto per le difficoltà che i debitori possono affrontare.

In conclusione, i limiti del pignoramento da parte del Fisco rappresentano un aspetto fondamentale del sistema fiscale italiano. Essi garantiscono che il processo di pignoramento sia condotto in maniera equa e responsabile, proteggendo i beni essenziali dei debitori e garantendo che le procedure di recupero dei crediti non trasformino le difficoltà finanziarie in crisi umanitarie. Questi limiti sono espressione di un sistema che, pur perseguendo la giustizia fiscale, riconosce e rispetta la dignità e i diritti fondamentali delle persone.

Ora concentriamoci sui beni pignorabili e non pignorabili nel 2024.

Quali Sono I Beni Pignorabili e Non Pignorabili Da Parte Dell’Agenzia Entrate e Riscossione Nel 2024
Nel delicato equilibrio tra il diritto del Fisco di riscuotere i debiti e la protezione dei diritti del debitore, la distinzione tra beni pignorabili e non pignorabili assume un ruolo chiave. Da una parte, abbiamo i beni pignorabili, che il Fisco può legalmente sequestrare e vendere per soddisfare i crediti fiscali. Dall’altra, esistono beni che la legge protegge dal pignoramento, assicurando al debitore la conservazione di elementi essenziali per il mantenimento di uno standard di vita dignitoso.

Tra i beni pignorabili, il Fisco può rivolgersi a una gamma piuttosto ampia di proprietà del debitore. Questi possono includere conti correnti, libretti di risparmio e altri investimenti finanziari. Anche gli immobili, come case e terreni, possono essere soggetti a pignoramento, benché esistano limiti importanti, soprattutto riguardanti la prima casa di abitazione. In aggiunta, beni come veicoli, gioielli e oggetti di valore possono essere sequestrati, a meno che non siano direttamente necessari per il lavoro del debitore.

Per quanto riguarda i redditi, come stipendi e pensioni, il Fisco ha la possibilità di pignorare una parte di questi introiti, generalmente fino a un massimo di un quinto. Questa limitazione è stata concepita per prevenire che il debitore e la sua famiglia siano privati dei mezzi di sostentamento. Beni di lusso, come opere d’arte, secondi immobili o autoveicoli di valore elevato, sono tipicamente considerati pignorabili, in quanto non essenziali per le esigenze di base del debitore.

Al contrario, la legge stabilisce una serie di beni che sono considerati non pignorabili, per garantire che i debitori non vengano privati di ciò che è fondamentale per la loro vita quotidiana. Questi includono oggetti personali come vestiario e letti, elettrodomestici essenziali come frigoriferi e cucine, e attrezzature professionali indispensabili per l’esercizio della professione del debitore. Inoltre, una parte dei redditi del debitore, come già menzionato, è protetta dal pignoramento per assicurare la sopravvivenza e il benessere del nucleo familiare.

La distinzione tra beni pignorabili e non pignorabili evidenzia l’impegno del sistema legale a salvaguardare i diritti umani fondamentali, anche in contesti di debito fiscale. Proteggere determinati beni dal pignoramento riflette un riconoscimento che, al di là della riscossione dei debiti, è vitale preservare la dignità e le condizioni di vita dei debitori. Questo equilibrio cerca di evitare che le procedure di recupero dei crediti aggravino ulteriormente la situazione di persone già in difficoltà, garantendo che la riscossione dei debiti avvenga in modo responsabile e umano.

Ora Concentriamoci sulle soglie di impignorabilità.

Quali Sono Le Soglie di Impignorabilità Nel 2024
Le soglie di impignorabilità rappresentano un elemento chiave nel contesto del pignoramento, stabilendo limiti precisi oltre i quali certi beni e redditi non possono essere soggetti a sequestro da parte del Fisco. Queste soglie sono messe in atto per proteggere il debitore, assicurando che, nonostante i debiti fiscali, egli possa mantenere un livello di vita di base e continuare a sostenere se stesso e la sua famiglia. La legge definisce queste soglie con l’obiettivo di bilanciare il diritto del creditore di recuperare il credito con la necessità di proteggere i diritti essenziali del debitore.

Per quanto riguarda i beni immobili, le soglie di impignorabilità giocano un ruolo particolarmente significativo. Ad esempio, la legge stabilisce che la prima casa di residenza del debitore non può essere pignorata se il debito è inferiore a una determinata soglia (ad esempio 120.000 euro) e l’immobile stesso non supera un certo valore di mercato. Questa disposizione è fondamentale perché garantisce che le persone non vengano private della loro abitazione principale per debiti di entità inferiore a tale soglia, proteggendo così un bene primario per la stabilità e il benessere della famiglia.

Nel caso dei redditi, come stipendi e pensioni, esiste una quota di impignorabilità che serve a garantire che una porzione del reddito del debitore rimanga intoccata. Solitamente, questo limite è fissato a una certa percentuale del reddito totale, in modo che una parte sostanziale dello stipendio o della pensione rimanga disponibile per il debitore per le necessità quotidiane. Questa tutela è particolarmente importante per impedire che i debitori e le loro famiglie siano ridotti in uno stato di indigenza a causa del pignoramento.

Le soglie di impignorabilità sono state concepite per fornire un livello di protezione basilare ai debitori, evitando che le procedure di pignoramento abbiano conseguenze disastrose sulla loro vita. Questi limiti riflettono un principio fondamentale di giustizia sociale, riconoscendo che, pur essendo importante garantire ai creditori il recupero dei loro crediti, è altrettanto cruciale proteggere la dignità e i diritti fondamentali dei debitori.

In sintesi, le soglie di impignorabilità rappresentano una misura di equità e umanità nel processo di pignoramento. Esse assicurano che, anche nel contesto della riscossione forzata dei debiti, vengano preservati i diritti e le esigenze basilari delle persone, mantenendo un equilibrio tra il rispetto per gli obblighi finanziari e la salvaguardia della dignità e della stabilità dei debitori e delle loro famiglie.

Ora concentriamoci su polizze vita e patrimoni cointestati.

Come Funzionano Le Polizze Vita e I Patrimoni Cointestati In Caso di Pignoramento Da Parte Del Fisco
Nel contesto del pignoramento, la protezione di certi tipi di beni e asset finanziari assume un’importanza cruciale, specialmente quando si parla di polizze vita e patrimoni cointestati. Queste categorie di beni godono di una tutela specifica per diverse ragioni, tra cui il ruolo che giocano nella sicurezza finanziaria e nella pianificazione patrimoniale delle persone.

Le polizze vita, strumenti finanziari progettati per fornire sicurezza economica in caso di eventi legati alla vita umana, come la morte o la sopravvivenza dell’assicurato oltre un certo termine, rappresentano una forma di investimento e protezione per il futuro. La legge riconosce l’importanza di queste polizze e, di conseguenza, le tutela dal pignoramento. Questo significa che il capitale o la rendita accumulata attraverso una polizza vita non può essere sequestrato dal Fisco nel contesto del recupero di un debito fiscale. Tale protezione è fondamentale, in quanto assicura che gli individui e le loro famiglie possano contare su una fonte di sicurezza finanziaria in situazioni impreviste o in momenti di bisogno.

Per quanto riguarda i patrimoni cointestati, la legge prevede delle misure specifiche che riguardano la pignorabilità di tali beni. In contesti dove i beni sono di proprietà congiunta, come nel caso di conti bancari cointestati o proprietà immobiliari condivise, solo una quota del bene può essere soggetta a pignoramento. Generalmente, ciò significa che solo la quota del debitore in tali beni può essere pignorata. Ad esempio, in un conto bancario cointestato, solitamente solo il 50% del saldo può essere considerato per il pignoramento, a meno che non si possano dimostrare differenti proporzioni di proprietà. Questo approccio cerca di bilanciare il diritto del Fisco di recuperare i crediti con la necessità di proteggere gli interessi delle altre parti coinvolte, che non dovrebbero essere penalizzate per i debiti di un co-titolare.

La protezione delle polizze vita e dei patrimoni cointestati nel contesto del pignoramento evidenzia un aspetto fondamentale del diritto civile e fiscale: il riconoscimento che, pur nella necessità di riscuotere i crediti, è essenziale proteggere alcuni tipi di beni e investimenti che giocano un ruolo cruciale nella sicurezza e nella pianificazione finanziaria delle persone. Questo equilibrio tra le esigenze fiscali dello Stato e la tutela dei diritti dei cittadini è vitale per garantire che il sistema fiscale operi in modo giusto e sostenibile, rispettando i principi di equità e protezione dei più vulnerabili.

Ora concentriamoci sul pignoramento di beni all’estero e sui beni donati.

Come Funziona Il Pignoramento di Beni all’Estero e Beni Donati
Il pignoramento di beni all’estero e di beni donati introduce ulteriori sfumature al già complesso processo di pignoramento da parte del Fisco. Quando un debitore possiede beni situati in un altro paese, il pignoramento di questi beni diventa una questione più complicata rispetto alla procedura standard su beni situati in Italia. In questi casi, il Fisco deve affrontare non solo le leggi e le regolamentazioni italiane, ma anche le leggi del paese in cui si trovano i beni. Questo implica la necessità di collaborazione tra le autorità fiscali di diversi paesi e può richiedere la comprensione di sistemi legali e processi esecutivi che variano notevolmente da un paese all’altro.

Per pignorare beni all’estero, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione deve seguire procedure internazionali e talvolta può richiedere accordi di reciproca assistenza o l’utilizzo di canali diplomatici. Questa complessità aggiuntiva può rendere il processo di pignoramento più lungo e meno prevedibile. In alcuni casi, potrebbero sorgere sfide legali o pratiche, poiché ogni nazione ha le proprie regole riguardo il pignoramento, la protezione dei debitori e la vendita forzata di beni.

Per quanto riguarda i beni donati, la situazione si complica ulteriormente. In teoria, i beni che un debitore ha donato possono essere soggetti a revoca e pignoramento se il Fisco riesce a dimostrare che la donazione era intesa a sottrarre quei beni al recupero del credito. Questa azione, nota come azione revocatoria, è un meccanismo legale attraverso cui il creditore, in questo caso il Fisco, contesta la validità di una donazione, sostenendo che sia stata effettuata per danneggiare i creditori eludendo il pagamento del debito.

L’azione revocatoria richiede un’indagine approfondita e la capacità di dimostrare che la donazione era intesa a defraudare i creditori. Questo può essere particolarmente complesso, in quanto richiede di esaminare le intenzioni del debitore al momento della donazione e di stabilire un nesso causale tra la donazione e il tentativo di sottrarre i beni al recupero dei crediti. Se l’azione revocatoria ha successo, i beni donati possono essere rientrati nel patrimonio del debitore e quindi soggetti a pignoramento.

In conclusione, il pignoramento di beni all’estero e di beni donati mostra quanto possa essere complesso e sfaccettato il processo di pignoramento quando si estende oltre i confini nazionali o coinvolge disposizioni patrimoniali come le donazioni. Questi casi richiedono una gestione accurata e spesso un approccio personalizzato, evidenziando la necessità di una conoscenza approfondita del diritto e delle procedure fiscali, sia a livello nazionale che internazionale.

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In conclusione, il pignoramento dei beni da parte del Fisco è un argomento complesso e stratificato, che tocca diversi aspetti della vita dei debitori e delle loro famiglie. È una procedura legale che deve essere eseguita con sensibilità e precisione, in quanto incide direttamente sul benessere economico e personale di coloro che si trovano in situazioni debitorie. L’esistenza di beni pignorabili e non pignorabili, le soglie di impignorabilità, le norme che regolano le polizze vita e i patrimoni cointestati, e la procedura per il pignoramento di beni all’estero e di beni donati riflettono il tentativo del sistema legale di bilanciare la necessità di riscuotere i debiti fiscali con la protezione dei diritti fondamentali dei debitori.

Nel cuore di questo equilibrio vi è il principio secondo cui, anche se è essenziale che lo Stato recuperi i crediti fiscali, ciò non deve avvenire a discapito della dignità umana e dei diritti fondamentali. La legge, pertanto, stabilisce chiaramente quali beni possono essere pignorati e quali sono protetti, garantendo ai debitori la possibilità di mantenere un livello di vita accettabile anche di fronte a debiti significativi. Questa tutela è particolarmente evidente nella protezione della prima casa di abitazione, degli stipendi e delle pensioni, e delle polizze vita, che sono elementi chiave per la sicurezza e la stabilità delle persone e delle famiglie.

Tuttavia, il pignoramento non è un processo da prendere alla leggera. Le decisioni su quali beni pignorare, come procedere con il pignoramento e quando impiegare l’azione revocatoria devono essere prese dopo un’attenta valutazione di tutte le circostanze del caso. Questo richiede una comprensione approfondita delle leggi e delle procedure, nonché un’attenzione particolare alle conseguenze che tali azioni possono avere sui debitori.

Il contesto del pignoramento si complica ulteriormente quando si tratta di beni situati all’estero o di beni donati. La procedura di pignoramento di questi beni richiede un’analisi accurata e spesso l’intervento di autorità legali e fiscali in altri paesi, rendendo il processo più lungo e complesso. Inoltre, l’azione revocatoria, sebbene sia un potente strumento a disposizione del Fisco, richiede prove convincenti che le donazioni siano state effettuate per sottrarre beni alla riscossione dei debiti.

Alla luce di questa complessità, è essenziale che sia i debitori che i creditori, in particolare il Fisco, procedano con un approccio informato e consapevole. Per i debitori, conoscere i propri diritti e capire quali beni sono protetti dal pignoramento può fornire un senso di sicurezza e controllo in situazioni altrimenti stressanti. Per il Fisco, agire in modo equo e responsabile, tenendo conto sia della necessità di riscuotere i crediti sia della protezione dei diritti dei debitori, è fondamentale per mantenere la fiducia nel sistema fiscale e nella giustizia.

In ultima analisi, il pignoramento da parte del Fisco è più di una mera procedura legale; è un riflesso dell’equilibrio tra autorità fiscale e diritti umani, tra l’esigenza di riscuotere i debiti e la necessità di salvaguardare la dignità e il benessere delle persone. Questo equilibrio è essenziale non solo per la giustizia fiscale, ma anche per il tessuto sociale e morale della società, in quanto garantisce che le leggi e le procedure siano applicate in modo che siano rispettati i diritti e le necessità di tutti gli individui coinvolti.

In tal senso, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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