La composizione negoziata della crisi d’impresa è uno strumento introdotto per facilitare il risanamento delle aziende in difficoltà economico-finanziarie. Comprendere i costi associati a questa procedura è fondamentale per gli imprenditori che valutano tale opzione. In questo articolo, analizzeremo dettagliatamente le spese coinvolte, le normative pertinenti e forniremo esempi pratici per una migliore comprensione.
Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in composizione negoziata della crisi.
Cos’è la composizione negoziata della crisi d’impresa?
La composizione negoziata della crisi d’impresa è una procedura introdotta per assistere le aziende in difficoltà economiche e finanziarie, offrendo loro una possibilità di risanamento attraverso un percorso di dialogo e negoziazione con i creditori. La sua funzione principale è aiutare l’imprenditore a trovare soluzioni concordate con i creditori, con il supporto di un esperto indipendente che agisce come mediatore e facilitatore delle trattative. Introdotta dal Decreto-Legge n. 118/2021, la composizione negoziata è stata successivamente integrata nel Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), rappresentando una risposta flessibile alle problematiche di liquidità o crisi che molte imprese possono incontrare in contesti economici difficili.
Questa procedura è caratterizzata da alcune peculiarità che la distinguono dalle altre procedure concorsuali. In primo luogo, l’imprenditore mantiene il controllo dell’azienda e delle sue attività, continuando a gestirla durante l’intero processo, a differenza delle procedure tradizionali dove l’impresa può perdere il controllo amministrativo. Questa caratteristica è particolarmente importante per garantire la continuità aziendale, che rappresenta uno dei pilastri fondamentali della composizione negoziata. L’azienda può così proseguire la sua attività quotidiana, cercando di risolvere le problematiche finanziarie senza compromettere il proprio futuro operativo.
L’accesso alla composizione negoziata è volontario e richiede che l’imprenditore presenti un’istanza tramite la piattaforma telematica nazionale gestita dalle Camere di Commercio. Questa piattaforma offre un punto di riferimento per la presentazione e la gestione della domanda, facilitando un processo snello e centralizzato. Una volta presentata l’istanza, viene nominato un esperto indipendente, scelto tra professionisti con specifiche competenze in ambito finanziario e legale, come commercialisti o avvocati specializzati in crisi aziendali. Questo esperto ha il compito di analizzare la situazione finanziaria dell’impresa, valutare le prospettive di risanamento e facilitare le trattative con i creditori, mantenendo una posizione di imparzialità e neutralità.
Uno degli aspetti rilevanti della composizione negoziata è la riservatezza della procedura, che si svolge in modo confidenziale e non pubblico, garantendo una certa discrezione alla situazione dell’azienda. La riservatezza è fondamentale per evitare che la notizia delle difficoltà finanziarie dell’impresa possa compromettere ulteriormente la sua stabilità o influenzare negativamente i rapporti commerciali con clienti e fornitori. La composizione negoziata mira quindi a trovare soluzioni concrete e sostenibili per il risanamento, senza che vi sia un impatto negativo sull’immagine dell’azienda.
La durata della procedura è generalmente di 180 giorni, anche se può essere estesa in casi particolari. Durante questo periodo, l’imprenditore, l’esperto e i creditori si impegnano in un dialogo strutturato per valutare le opzioni possibili, come la ristrutturazione del debito o la concessione di dilazioni nei pagamenti. Questi accordi possono portare a una ristrutturazione completa della situazione debitoria dell’impresa, permettendo un recupero della sostenibilità finanziaria a lungo termine. In caso di esito positivo, l’azienda può proseguire la propria attività senza ulteriori interruzioni, avendo ristabilito un equilibrio economico-finanziario con i propri creditori.
Tuttavia, nel caso in cui le trattative non abbiano successo e l’esperto ritenga che non vi siano realistiche prospettive di risanamento, l’impresa può valutare altre soluzioni previste dal Codice della Crisi d’Impresa, come l’accesso a procedure concorsuali più incisive (ad esempio, il concordato preventivo). La composizione negoziata non è quindi una garanzia di successo, ma rappresenta uno strumento flessibile che può risultare vantaggioso per molte aziende in difficoltà, soprattutto quelle che riescono a intraprendere il percorso di negoziazione in una fase ancora iniziale della crisi.
Riassumendo in sintesi:
- La composizione negoziata è una procedura stragiudiziale e confidenziale per il risanamento delle imprese in difficoltà.
- L’imprenditore mantiene la gestione dell’azienda durante la procedura, favorendo la continuità aziendale.
- La domanda viene presentata attraverso una piattaforma telematica nazionale e prevede la nomina di un esperto indipendente per facilitare le trattative con i creditori.
- La procedura ha una durata di 180 giorni, prorogabili, durante i quali si cercano accordi per la ristrutturazione del debito.
- La riservatezza della procedura protegge l’immagine dell’azienda, consentendo trattative senza impatti negativi sulla reputazione.
- In caso di esito positivo, l’azienda ristabilisce l’equilibrio finanziario; in caso di insuccesso, può valutare l’accesso a procedure concorsuali alternative.
Quali sono i principali costi della composizione negoziata?
I principali costi della composizione negoziata della crisi d’impresa comprendono diverse voci, tra cui il compenso dell’esperto indipendente, le spese amministrative e le eventuali parcelle per consulenti legali o commerciali. Questi costi variano in funzione delle dimensioni dell’impresa e della complessità del caso, ma la normativa offre linee guida specifiche per determinare in modo chiaro e trasparente il compenso dell’esperto, che rappresenta generalmente la voce di spesa più rilevante.
Il compenso dell’esperto indipendente è stabilito in percentuale sull’attivo dell’impresa, e la normativa ha introdotto scaglioni che variano in proporzione all’entità patrimoniale. Per aziende con un attivo di valore inferiore a €100.000, la percentuale prevista è del 5%, mentre per attivi superiori la percentuale scende in modo progressivo. Ad esempio, per un’impresa con un attivo di €600.000, il compenso dell’esperto si calcolerà con il 5% sui primi €100.000, l’1,25% sulla fascia da €100.000 a €500.000, e infine lo 0,80% sulla parte eccedente, che porterebbe il totale a circa €10.800. Questo metodo a scaglioni consente di adeguare il compenso alla dimensione dell’azienda, mantenendo proporzionalità e sostenibilità.
Oltre al compenso dell’esperto, ci sono spese amministrative legate alla presentazione della domanda sulla piattaforma telematica nazionale gestita dalle Camere di Commercio. Queste includono diritti di segreteria e imposte di bollo per ciascuna istanza. I diritti di segreteria ammontano a circa €252 per domanda, mentre l’imposta di bollo è fissata a €16. Anche se modeste, queste spese sono obbligatorie e vanno aggiunte al calcolo complessivo dei costi della composizione negoziata.
Un’altra voce importante da considerare è quella relativa alle parcelle per consulenti esterni. Durante la procedura, è frequente che l’imprenditore decida di avvalersi della consulenza di avvocati, commercialisti o esperti finanziari che possano supportarlo nelle trattative con i creditori o nell’analisi della situazione debitoria. Le parcelle di questi professionisti sono variabili e dipendono dalle tariffe adottate dai singoli consulenti e dalla complessità della situazione. A titolo di esempio, per una consulenza legale estesa su un periodo di sei mesi, i costi potrebbero aggirarsi tra i €5.000 e i €15.000, in base alle ore dedicate e al livello di specializzazione richiesto.
In aggiunta ai costi sopra indicati, bisogna considerare eventuali costi di perizie tecniche. In alcuni casi, l’esperto o i creditori potrebbero richiedere una perizia per valutare specifiche situazioni patrimoniali o di bilancio, al fine di determinare con precisione lo stato dell’azienda. I costi per queste perizie sono solitamente a carico dell’impresa e possono variare a seconda del tipo di analisi richiesta e del professionista incaricato. Una perizia può costare dai €1.000 fino a €10.000, a seconda del livello di approfondimento richiesto e della dimensione dell’impresa.
Nel complesso, la composizione negoziata è una procedura che, pur avendo costi, può risultare meno onerosa rispetto alle procedure concorsuali tradizionali, come il fallimento o il concordato preventivo. Il vantaggio principale è la possibilità di evitare la cessazione dell’attività e di conservare il valore aziendale, proseguendo le operazioni mentre si cerca una soluzione sostenibile con i creditori. L’intervento dell’esperto, con un compenso regolamentato, e le altre spese necessarie rappresentano quindi un investimento utile per chi vuole tentare un risanamento prima di considerare alternative più drastiche.
Riassumendo in sintesi:
- Il compenso dell’esperto indipendente è calcolato in percentuale sull’attivo aziendale, variabile a seconda del valore dell’attivo.
- Le spese amministrative comprendono i diritti di segreteria (€252) e l’imposta di bollo (€16).
- Le consulenze esterne, legali o commerciali, sono facoltative ma spesso utili, con costi variabili in base alla durata e complessità del caso.
- Eventuali perizie tecniche, se richieste, possono aggiungere costi variabili da €1.000 a €10.000.
- Complessivamente, la composizione negoziata è un’opzione economica rispetto a procedure concorsuali più invasive, favorendo la continuità dell’attività aziendale.
Come viene calcolato il compenso dell’esperto indipendente?
Il compenso dell’esperto è determinato in percentuale sull’ammontare dell’attivo dell’impresa, secondo i seguenti scaglioni:
- Fino a €100.000: 5,00%
- Da €100.000,01 a €500.000: 1,25%
- Da €500.000,01 a €1.000.000: 0,80%
- Da €1.000.000,01 a €2.500.000: 0,43%
- Da €2.500.000,01 a €50.000.000: 0,10%
- Da €50.000.000,01 a €400.000.000: 0,025%
- Da €400.000.000,01 a €1.300.000.000: 0,008%
- Oltre €1.300.000.000: 0,002%
Ad esempio, per un’impresa con un attivo di €600.000, il compenso dell’esperto sarebbe calcolato come segue:
- 5% su €100.000 = €5.000
- 1,25% su €400.000 = €5.000
- 0,80% su €100.000 = €800
Totale compenso: €10.800
Esistono costi aggiuntivi oltre al compenso dell’esperto?
Sì, oltre al compenso dell’esperto, l’imprenditore deve sostenere:
- Diritti di segreteria: €252 per singola istanza.
- Imposta di bollo: €16 per istanza.
- Eventuali onorari per consulenti legali o finanziari: variabili in base alla complessità del caso e alle tariffe professionali.
Quali sono le normative che regolano i costi della composizione negoziata?
La composizione negoziata della crisi d’impresa è regolamentata da specifiche normative che definiscono i costi associati alla procedura. Le principali fonti normative includono:
- Decreto-Legge n. 118 del 24 agosto 2021, convertito con modificazioni dalla Legge n. 147 del 21 ottobre 2021: questo decreto ha introdotto la composizione negoziata come strumento per il risanamento delle imprese in difficoltà, stabilendo le linee guida generali della procedura.
- Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019): il codice, modificato dal D.Lgs. n. 83 del 17 giugno 2022, integra le disposizioni sulla composizione negoziata, specificando dettagli operativi e procedurali.
- Decreto Dirigenziale del Ministero della Giustizia del 28 settembre 2021: questo decreto stabilisce i criteri per la determinazione del compenso dell’esperto indipendente, basandosi sull’attivo dell’impresa e prevedendo scaglioni percentuali decrescenti in funzione dell’ammontare dell’attivo.
- Circolari e linee guida delle Camere di Commercio: le Camere di Commercio, responsabili della gestione della piattaforma telematica per la presentazione delle istanze, forniscono indicazioni operative riguardo ai diritti di segreteria e alle modalità di pagamento delle spese amministrative.
È fondamentale che gli imprenditori e i professionisti coinvolti nella procedura si riferiscano a queste normative per una corretta gestione dei costi e per garantire il rispetto delle disposizioni vigenti. Consultare le fonti ufficiali e aggiornate è essenziale per ottenere informazioni precise e conformi alla legge.
È possibile ottenere agevolazioni o riduzioni sui costi della composizione negoziata?
La composizione negoziata della crisi d’impresa è una procedura introdotta per facilitare il risanamento delle aziende in difficoltà economico-finanziarie. Comprendere i costi associati a questa procedura è fondamentale per gli imprenditori che valutano tale opzione. I principali costi della composizione negoziata includono:
- Compenso dell’esperto indipendente: L’esperto nominato per assistere l’imprenditore ha diritto a un compenso determinato in base all’attivo dell’impresa, secondo scaglioni percentuali stabiliti dalla normativa.
- Spese amministrative: Diritti di segreteria e imposte di bollo per la presentazione dell’istanza.
- Costi legali e consulenziali: Eventuali onorari per avvocati, commercialisti o altri professionisti coinvolti nel processo.
Il compenso dell’esperto è determinato in percentuale sull’ammontare dell’attivo dell’impresa, secondo i seguenti scaglioni:
- Fino a €100.000: 5,00%
- Da €100.000,01 a €500.000: 1,25%
- Da €500.000,01 a €1.000.000: 0,80%
- Da €1.000.000,01 a €2.500.000: 0,43%
- Da €2.500.000,01 a €50.000.000: 0,10%
- Da €50.000.000,01 a €400.000.000: 0,025%
- Da €400.000.000,01 a €1.300.000.000: 0,008%
- Oltre €1.300.000.000: 0,002%
Ad esempio, per un’impresa con un attivo di €600.000, il compenso dell’esperto sarebbe calcolato come segue:
- 5% su €100.000 = €5.000
- 1,25% su €400.000 = €5.000
- 0,80% su €100.000 = €800
Totale compenso: €10.800
Oltre al compenso dell’esperto, l’imprenditore deve sostenere:
- Diritti di segreteria: €252 per singola istanza.
- Imposta di bollo: €16 per istanza.
- Eventuali onorari per consulenti legali o finanziari: variabili in base alla complessità del caso e alle tariffe professionali.
Attualmente, la normativa non prevede specifiche agevolazioni o riduzioni sui costi della composizione negoziata. Tuttavia, l’imprenditore può valutare con l’esperto e i consulenti eventuali soluzioni per ottimizzare le spese, come la limitazione dell’intervento di professionisti esterni o l’utilizzo di risorse interne all’azienda.
La composizione negoziata offre diversi vantaggi rispetto alle procedure concorsuali tradizionali:
- Riservatezza: La procedura è confidenziale e non comporta la pubblicazione di informazioni sull’impresa.
- Flessibilità: Consente di trovare soluzioni personalizzate e concordate con i creditori.
- Continuità aziendale: Favorisce il mantenimento dell’attività operativa dell’impresa durante il processo di risanamento.
- Costi contenuti: Generalmente, i costi sono inferiori rispetto a quelli delle procedure concorsuali giudiziali.
Per accedere alla composizione negoziata, l’imprenditore deve:
- Essere in stato di crisi o insolvenza: Ovvero trovarsi in una situazione di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza.
- Avere concrete possibilità di risanamento: L’esperto deve valutare che esistano prospettive realistiche di recupero dell’equilibrio economico-finanziario.
- Presentare un’istanza: Tramite la piattaforma telematica nazionale gestita dalle Camere di Commercio.
La durata della procedura varia in base alla complessità del caso e alla tempestività delle trattative con i creditori. In generale, la legge prevede che le trattative si concludano entro 180 giorni dall’accettazione dell’incarico da parte dell’esperto, con possibilità di proroga in casi particolari.
Se le trattative si concludono positivamente, l’impresa può stipulare accordi con i creditori che prevedono, ad esempio, la ristrutturazione del debito o la dilazione dei pagamenti, consentendo il risanamento e la continuazione dell’attività. In caso contrario, l’imprenditore può valutare altre soluzioni previste dal Codice della Crisi d’Impresa, come l’accesso a procedure concorsuali più incisive.
In conclusione, la composizione negoziata rappresenta uno strumento efficace per il risanamento delle imprese in difficoltà, con costi proporzionati alla dimensione dell’azienda e vantaggi significativi rispetto alle procedure concorsuali tradizionali. È fondamentale che l’imprenditore valuti attentamente questa opzione, considerando i costi e i benefici associati, e si avvalga della consulenza di professionisti esperti per ottimizzare il processo di risanamento.
Quali sono i vantaggi della composizione negoziata rispetto ad altre procedure concorsuali?
La composizione negoziata della crisi d’impresa offre una serie di vantaggi significativi rispetto alle procedure concorsuali tradizionali, come il fallimento o il concordato preventivo, rendendola un’opzione sempre più interessante per le imprese in difficoltà. Uno dei principali vantaggi è la possibilità per l’imprenditore di mantenere il controllo e la gestione dell’azienda durante l’intero processo, continuando a condurre l’attività quotidiana senza interferenze esterne. Questo consente all’impresa di preservare la propria operatività e di evitare l’interruzione dei rapporti commerciali, elemento essenziale per un risanamento efficace.
La riservatezza della procedura è un altro punto di forza della composizione negoziata. A differenza delle procedure concorsuali che prevedono spesso la pubblicità legale, la composizione negoziata si svolge in modo confidenziale. Questo significa che l’informazione sulle difficoltà finanziarie dell’azienda non viene resa pubblica, proteggendo così la reputazione dell’impresa e mantenendo la fiducia di clienti, fornitori e altri stakeholder. La riservatezza favorisce un clima di negoziazione più sereno, riducendo il rischio di reazioni negative da parte del mercato o dei partner commerciali.
La composizione negoziata è inoltre una procedura flessibile e adattabile alla specifica situazione aziendale. A differenza delle procedure concorsuali più rigide, la composizione negoziata consente all’imprenditore e all’esperto di lavorare insieme per elaborare soluzioni su misura, come la ristrutturazione del debito o la ridefinizione dei termini di pagamento con i creditori. Questa flessibilità permette di trovare soluzioni pratiche e fattibili, in grado di rispondere alle esigenze sia dell’azienda che dei creditori, senza essere vincolati a schemi predefiniti.
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dai costi contenuti della composizione negoziata rispetto alle altre procedure. Anche se richiede la nomina di un esperto indipendente e comporta spese amministrative e consulenziali, la composizione negoziata è generalmente meno onerosa del fallimento o del concordato preventivo. Inoltre, l’impresa non deve sostenere costi elevati legati alla gestione giudiziale o alla liquidazione forzata dei beni, potendo invece destinare le risorse finanziarie al proprio risanamento.
La composizione negoziata favorisce anche la continuità aziendale, principio fondamentale per le imprese in difficoltà che desiderano rimanere operative. Mantenere l’attività produttiva permette di preservare il valore aziendale, conservare posti di lavoro e garantire che l’impresa possa riprendere a pieno regime una volta raggiunto l’accordo con i creditori. In molte procedure concorsuali tradizionali, invece, l’attività dell’impresa viene sospesa o limitata, comportando una perdita di valore che rende più difficile un eventuale recupero.
Infine, la composizione negoziata offre tempi più rapidi rispetto ad altre procedure concorsuali. La durata prevista è di 180 giorni, prorogabili solo in casi specifici, il che consente di giungere rapidamente a una risoluzione, evitando lungaggini e incertezze tipiche delle procedure giudiziali. Questa rapidità permette all’impresa di stabilire velocemente una nuova base finanziaria e operativa, riducendo il periodo di crisi e le potenziali conseguenze negative.
Riassumendo, i vantaggi principali della composizione negoziata rispetto alle altre procedure concorsuali sono:
- Mantenimento del controllo aziendale da parte dell’imprenditore;
- Riservatezza della procedura, che protegge la reputazione aziendale;
- Flessibilità nella definizione delle soluzioni per il risanamento;
- Costi inferiori rispetto alle procedure concorsuali tradizionali;
- Continuità operativa, preservando il valore e i posti di lavoro;
- Tempi più rapidi, con una durata massima prevista di 180 giorni.
Questi vantaggi rendono la composizione negoziata una soluzione efficace e sostenibile per le aziende che desiderano affrontare le proprie difficoltà finanziarie mantenendo il controllo e proteggendo la propria immagine e continuità operativa.
Quali sono i requisiti per accedere alla composizione negoziata?
Per accedere alla composizione negoziata della crisi d’impresa, l’imprenditore deve rispettare una serie di requisiti che mirano a garantire che la procedura sia utilizzata solo quando vi sono concrete possibilità di risanamento. La normativa stabilisce che la composizione negoziata sia destinata a quelle imprese che si trovano in stato di crisi o di difficoltà economico-finanziaria, ma che presentano ancora prospettive realistiche di recupero.
Uno dei requisiti principali è che l’impresa deve trovarsi in stato di crisi o, in alcuni casi, di insolvenza imminente. Questo significa che l’azienda non è in grado di adempiere pienamente e tempestivamente alle proprie obbligazioni, oppure prevede difficoltà finanziarie che potrebbero compromettere la sua capacità di far fronte ai debiti. Tuttavia, non devono essere presenti condizioni di insolvenza conclamata che richiederebbero l’attivazione di procedure concorsuali più rigide, come il fallimento.
È necessario che l’impresa abbia concrete prospettive di risanamento. Questo requisito è valutato dall’esperto indipendente nominato per la procedura, il quale, attraverso un’analisi approfondita, verifica che esistano soluzioni praticabili per il ripristino dell’equilibrio economico e finanziario. Solo le imprese che dimostrano la possibilità di ristrutturare il debito e di migliorare la propria situazione finanziaria possono proseguire con la composizione negoziata.
Un ulteriore requisito è che l’imprenditore presenti un’istanza tramite la piattaforma telematica nazionale dedicata, gestita dalle Camere di Commercio. La piattaforma è stata istituita per centralizzare e semplificare l’accesso alla procedura, consentendo all’imprenditore di presentare la documentazione necessaria e di richiedere la nomina dell’esperto indipendente. L’istanza deve essere corredata da una serie di informazioni e documenti che descrivono in modo dettagliato la situazione dell’impresa, incluse le ultime dichiarazioni dei redditi, i bilanci e una descrizione delle misure già adottate per affrontare la crisi.
Inoltre, l’imprenditore deve impegnarsi a collaborare in modo trasparente e leale con l’esperto e i creditori. La composizione negoziata richiede infatti che l’impresa fornisca tutte le informazioni rilevanti sulla propria situazione economico-finanziaria, mantenendo un comportamento corretto e trasparente durante l’intero processo. La mancata collaborazione o la fornitura di informazioni inesatte possono portare alla cessazione della procedura.
Infine, l’accesso alla composizione negoziata è aperto a tutte le tipologie di imprese, indipendentemente dalla loro dimensione o settore di attività, purché rispettino i requisiti sopra descritti. Questa procedura è quindi accessibile sia alle piccole e medie imprese, spesso maggiormente esposte a situazioni di crisi, sia alle grandi aziende, sebbene le dimensioni e la complessità dell’azienda possano influenzare il tipo di trattative da intraprendere con i creditori.
Riassumendo in sintesi:
- L’impresa deve essere in stato di crisi o in una condizione di insolvenza imminente ma non conclamata.
- Devono esistere concrete prospettive di risanamento, valutate da un esperto indipendente.
- L’istanza deve essere presentata tramite la piattaforma telematica nazionale gestita dalle Camere di Commercio.
- L’imprenditore deve collaborare in modo trasparente e fornire informazioni accurate.
- La procedura è aperta a tutte le imprese, indipendentemente dal settore o dalle dimensioni.
Questi requisiti sono stati pensati per garantire che la composizione negoziata sia uno strumento praticabile e utile per le imprese con potenzialità di ripresa, rendendo così più efficace l’intervento per il superamento della crisi.
Quanto tempo dura la procedura di composizione negoziata?
La procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa ha una durata standard di 180 giorni, che rappresentano circa sei mesi dall’accettazione dell’incarico da parte dell’esperto indipendente nominato. Durante questo periodo, l’imprenditore, affiancato dall’esperto, si impegna a negoziare con i creditori per individuare soluzioni che consentano di risanare l’impresa e superare la crisi economico-finanziaria.
La durata di 180 giorni è stata definita per fornire un tempo sufficiente per analizzare approfonditamente la situazione aziendale, valutare le opzioni di risanamento e condurre trattative strutturate con i creditori. Tuttavia, in alcuni casi particolari e motivati, è possibile ottenere una proroga della procedura, qualora l’esperto e l’imprenditore valutino che siano necessari ulteriori negoziati o analisi per finalizzare un accordo. La proroga non è automatica e viene concessa solo in presenza di validi motivi, come ad esempio la complessità delle trattative o la necessità di ulteriori verifiche patrimoniali.
Durante la procedura, l’imprenditore mantiene la gestione operativa dell’azienda, permettendo all’impresa di continuare le sue attività mentre si lavora per il risanamento. Questa continuità operativa rappresenta un vantaggio rispetto ad altre procedure concorsuali, che spesso comportano una sospensione delle operazioni aziendali. L’esperto facilita il dialogo tra l’impresa e i creditori, monitorando il rispetto dei tempi e delle scadenze, per garantire che la procedura si svolga in modo efficace e tempestivo.
Se entro i 180 giorni (o il periodo prorogato) non si raggiunge un accordo o non emergono prospettive concrete di risanamento, la procedura di composizione negoziata può essere chiusa senza un risultato positivo. In tal caso, l’imprenditore può valutare altre opzioni, come l’accesso a procedure concorsuali più incisive, ad esempio il concordato preventivo o, in casi estremi, la dichiarazione di fallimento. Tuttavia, se la procedura si conclude con successo, l’impresa può proseguire l’attività secondo i termini concordati, ottenendo una nuova stabilità finanziaria.
Riassumendo in sintesi:
- La procedura ha una durata standard di 180 giorni, prorogabili solo in casi motivati.
- Durante questo periodo, l’impresa continua la propria attività operativa con il supporto dell’esperto indipendente.
- La proroga è concessa solo quando vi sono motivi validi che giustificano il prolungamento delle trattative.
- Se la procedura si conclude positivamente, l’impresa può risanare la sua situazione; in caso contrario, possono essere valutate altre procedure concorsuali.
La durata di 180 giorni, con possibilità di proroga, è quindi pensata per fornire un equilibrio tra il tempo necessario per risolvere la crisi e la necessità di agire in tempi ragionevoli, così da permettere all’azienda di ristabilire un equilibrio finanziario senza eccessive dilazioni.
Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Composizione Negoziata Della Crisi
Affrontare una crisi aziendale e intraprendere il percorso della composizione negoziata richiede una valutazione accurata delle opzioni, dei costi e delle possibili soluzioni per il risanamento. Questa procedura, introdotta con l’obiettivo di offrire alle imprese un’alternativa flessibile e riservata alle tradizionali procedure concorsuali, può rappresentare un’opportunità fondamentale per le aziende in difficoltà, ma il suo successo dipende da una gestione precisa e informata, sia nelle scelte strategiche che nelle fasi operative. La presenza di un avvocato esperto in composizione negoziata della crisi è essenziale per affrontare questo percorso con la sicurezza e l’efficacia necessari.
Un avvocato specializzato possiede le competenze per interpretare correttamente la normativa e guidare l’imprenditore attraverso tutte le fasi della procedura, garantendo che ogni passaggio sia conforme alla legge e che tutti gli adempimenti siano svolti con precisione. È fondamentale, infatti, che l’imprenditore comprenda i requisiti e i limiti della composizione negoziata, per sfruttarne appieno i vantaggi e prevenire potenziali rischi o problematiche. L’avvocato è il punto di riferimento per valutare i margini di successo della procedura, analizzando i presupposti di crisi e le prospettive di risanamento in modo realistico e oggettivo.
La composizione negoziata richiede una forte componente di negoziazione e di dialogo con i creditori, e un avvocato esperto in questo ambito è in grado di rappresentare gli interessi dell’imprenditore in modo professionale, costruendo strategie che proteggano l’azienda e favoriscano soluzioni equilibrate. La capacità di un legale di mediare efficacemente e di gestire situazioni complesse, spesso in presenza di molteplici creditori, è una risorsa indispensabile. Le trattative che si sviluppano durante la procedura sono delicate e richiedono non solo competenze giuridiche, ma anche abilità negoziali. Un avvocato qualificato riesce a bilanciare gli interessi dei creditori con le necessità aziendali, creando un clima di fiducia e collaborazione che può risultare determinante per il buon esito della composizione.
Un altro aspetto cruciale della composizione negoziata è la gestione dei costi. Sebbene questa procedura possa essere meno onerosa rispetto alle altre opzioni concorsuali, presenta comunque una serie di spese che vanno pianificate con attenzione. Un avvocato specializzato aiuta l’imprenditore a stimare in modo realistico i costi dell’intera procedura, inclusi il compenso dell’esperto indipendente, le spese amministrative e gli eventuali onorari per consulenti esterni. La presenza di un legale consente di valutare con precisione il rapporto tra costi e benefici, evitando imprevisti finanziari e garantendo che le risorse aziendali siano allocate in modo ottimale per il successo della composizione.
Inoltre, l’avvocato offre una guida importante nella preparazione e nella presentazione dell’istanza tramite la piattaforma telematica nazionale gestita dalle Camere di Commercio. Questa fase è fondamentale, poiché qualsiasi errore o mancanza documentale può compromettere l’accesso alla procedura o causare ritardi che rischiano di aggravare la situazione aziendale. Il legale assiste l’imprenditore nella raccolta e nella verifica della documentazione necessaria, assicurandosi che tutti i requisiti formali siano rispettati e che l’istanza sia completa e conforme alle disposizioni di legge. Una gestione professionale e accurata di questa fase aumenta notevolmente le possibilità di successo e di accettazione della domanda.
La collaborazione tra imprenditore e avvocato è essenziale anche per la comunicazione con l’esperto nominato e per il monitoraggio dell’andamento della procedura. L’avvocato, infatti, assicura che l’azienda mantenga un comportamento trasparente e corretto durante tutto il processo, evitando possibili accuse di omissioni o scorrettezze che potrebbero mettere a rischio l’intera operazione. Questa vigilanza è particolarmente importante nelle fasi di trattativa, dove un avvocato esperto riesce a gestire in modo strategico i rapporti con i creditori, evitando tensioni o conflitti che potrebbero compromettere l’accordo.
Infine, la presenza di un avvocato esperto in composizione negoziata è fondamentale per preparare l’azienda alle possibili conseguenze della procedura, sia in caso di successo che di insuccesso. Qualora la composizione negoziata si concluda con un accordo favorevole, il legale può supportare l’imprenditore nella gestione e nell’implementazione delle nuove condizioni concordate con i creditori, assicurandosi che tutte le clausole siano rispettate e che la situazione aziendale sia monitorata per evitare ricadute o nuove difficoltà. In caso di esito negativo, l’avvocato può guidare l’imprenditore nell’analisi delle alternative previste dal Codice della Crisi d’Impresa, come l’accesso al concordato preventivo o altre procedure concorsuali, garantendo che ogni decisione sia basata su una valutazione completa e realistica della situazione.
In conclusione, avere al proprio fianco un avvocato esperto in composizione negoziata della crisi non è solo un vantaggio, ma una vera necessità per le aziende che affrontano un percorso di risanamento. La complessità delle normative e la delicatezza delle trattative rendono indispensabile il supporto di un professionista capace di guidare l’imprenditore in ogni fase, minimizzando i rischi e massimizzando le possibilità di successo. L’avvocato non solo protegge l’azienda da potenziali errori o omissioni, ma offre anche una visione strategica che permette di trasformare la crisi in un’opportunità di rilancio.
A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).
Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).
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