Cancellare i Debiti di una SNC: Tutte le Soluzioni

La Società in nome collettivo (S.n.c.) è una forma giuridica diffusa tra le piccole e medie imprese italiane, caratterizzata dalla responsabilità illimitata e solidale dei soci per le obbligazioni sociali. Questo significa che, in caso di debiti contratti dalla società, i creditori possono rivalersi non solo sul patrimonio sociale, ma anche su quello personale dei singoli soci. Gestire e, se possibile, cancellare i debiti di una S.n.c. è quindi fondamentale per tutelare sia l’azienda che il patrimonio personale dei soci.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione debiti di SNC.

Quali sono le principali cause di indebitamento per una S.n.c.?

Le società in nome collettivo (S.n.c.) possono affrontare situazioni di indebitamento a causa di diversi fattori. Una delle principali cause è la gestione inefficace delle risorse finanziarie, che può derivare da una pianificazione inadeguata o da decisioni imprenditoriali errate. Inoltre, l’assenza di una strategia di investimento solida può portare a spese non sostenibili, aumentando il rischio di debiti. Un’altra causa significativa è la mancanza di controllo sui costi operativi, che può comportare spese eccessive rispetto ai ricavi, compromettendo la stabilità finanziaria della società. La gestione inefficiente del credito, come la concessione di termini di pagamento troppo lunghi ai clienti o la scarsa efficacia nel recupero dei crediti, può ridurre il flusso di cassa, rendendo difficile il pagamento dei fornitori e degli altri obblighi finanziari. Inoltre, l’assenza di diversificazione delle fonti di reddito può rendere la società vulnerabile a fluttuazioni del mercato, esponendola a rischi finanziari maggiori. Infine, l’inosservanza delle normative fiscali e contributive può comportare sanzioni e interessi, aumentando ulteriormente l’indebitamento della società.

Riassunto:

  • Gestione inefficace delle risorse finanziarie.
  • Mancanza di controllo sui costi operativi.
  • Gestione inefficiente del credito.
  • Assenza di diversificazione delle fonti di reddito.
  • Inosservanza delle normative fiscali e contributive.

Quali sono le conseguenze dei debiti per i soci di una S.n.c.?

In una Società in nome collettivo (S.n.c.), i soci affrontano responsabilità significative in caso di debiti societari. La normativa italiana stabilisce che i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali. Ciò implica che ciascun socio è tenuto a soddisfare l’intero debito della società, anche con il proprio patrimonio personale, qualora il patrimonio sociale risulti insufficiente. Questo principio è sancito dall’articolo 2291 del Codice Civile, che afferma: “Nella società in nome collettivo tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali”.

La responsabilità solidale comporta che un creditore può rivolgersi a un singolo socio per l’intero ammontare del debito, indipendentemente dalla quota di partecipazione di quest’ultimo nella società. Successivamente, il socio che ha pagato può esercitare il diritto di regresso nei confronti degli altri soci per recuperare la parte di debito eccedente la propria quota. Tuttavia, se gli altri soci non sono in grado di rimborsare, il socio che ha saldato il debito potrebbe non recuperare integralmente quanto versato.

Inoltre, la responsabilità illimitata implica che i creditori possono aggredire il patrimonio personale dei soci, inclusi beni immobili, conti bancari e altri asset, per soddisfare le obbligazioni sociali. Questo espone i soci a rischi patrimoniali significativi, soprattutto se i debiti della società sono ingenti.

È importante notare che, secondo l’articolo 2304 del Codice Civile, i creditori sociali devono prima escutere il patrimonio della società e, solo in caso di insufficienza, possono rivolgersi ai patrimoni personali dei soci. Tuttavia, questa tutela può risultare limitata se il patrimonio sociale è esiguo o già gravato da altri debiti.

In sintesi, i soci di una S.n.c. devono essere consapevoli delle potenziali conseguenze patrimoniali derivanti dai debiti societari, poiché la struttura stessa della società prevede una stretta commistione tra patrimonio sociale e personale, aumentando il rischio finanziario individuale.

Riassunto:

  • I soci di una S.n.c. rispondono solidalmente e illimitatamente per i debiti sociali.
  • I creditori possono aggredire il patrimonio personale dei soci per soddisfare le obbligazioni della società.
  • La responsabilità solidale permette ai creditori di rivolgersi a un singolo socio per l’intero debito.
  • I soci possono esercitare il diritto di regresso per recuperare le somme pagate in eccesso rispetto alla propria quota.
  • I creditori devono prima escutere il patrimonio sociale prima di aggredire quello personale dei soci.

Come può una S.n.c. rinegoziare i propri debiti?

Una Società in nome collettivo (S.n.c.) può rinegoziare i propri debiti attraverso diverse strategie, mirate a ristrutturare le obbligazioni esistenti e migliorare la situazione finanziaria. La rinegoziazione dei debiti implica la revisione dei termini di pagamento, degli importi dovuti o delle condizioni contrattuali con i creditori.

Analisi della situazione finanziaria

Prima di avviare qualsiasi negoziazione, è fondamentale effettuare un’analisi dettagliata della situazione finanziaria della società. Questo include la valutazione dei debiti esistenti, delle risorse disponibili e delle proiezioni di flusso di cassa. Una comprensione chiara della posizione finanziaria consente di presentare proposte realistiche ai creditori.

Comunicazione con i creditori

Stabilire una comunicazione aperta e trasparente con i creditori è essenziale. Presentare la situazione finanziaria attuale e discutere le difficoltà incontrate può favorire la comprensione e la collaborazione. I creditori potrebbero essere disposti a rivedere i termini di pagamento o a concedere dilazioni per facilitare il recupero della società.

Accordi di ristrutturazione del debito

La S.n.c. può proporre accordi di ristrutturazione del debito, che possono includere:

  • Dilazione dei pagamenti: estensione dei termini di pagamento per ridurre la pressione finanziaria immediata.
  • Riduzione degli importi dovuti: in alcuni casi, i creditori potrebbero accettare una riduzione del debito totale in cambio di un pagamento immediato parziale.
  • Consolidamento dei debiti: unire vari debiti in un’unica obbligazione con termini più favorevoli.

Procedure concorsuali

Se la rinegoziazione privata non è sufficiente, la S.n.c. può considerare procedure concorsuali previste dalla legge, come il concordato preventivo. Questa procedura consente alla società di proporre un piano di ristrutturazione ai creditori sotto la supervisione del tribunale, evitando il fallimento.

Assistenza professionale

È consigliabile avvalersi di professionisti esperti in diritto societario e finanziario per guidare la S.n.c. nel processo di rinegoziazione. Un consulente esperto può aiutare a sviluppare strategie efficaci, negoziare con i creditori e garantire il rispetto delle normative vigenti.

Conclusione

La rinegoziazione dei debiti è una strategia vitale per una S.n.c. in difficoltà finanziarie. Attraverso un’analisi accurata, una comunicazione efficace con i creditori e l’adozione di accordi di ristrutturazione adeguati, la società può migliorare la propria posizione finanziaria e garantire la continuità operativa. L’assistenza di professionisti qualificati è fondamentale per navigare con successo in questo processo complesso.

Cos’è il concordato preventivo e come può aiutare una S.n.c. con debiti?

Il concordato preventivo è una procedura concorsuale prevista dall’ordinamento giuridico italiano, finalizzata a risanare imprese in difficoltà economica evitando il fallimento. Consente all’imprenditore di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito, che può includere la dilazione dei pagamenti, la riduzione dell’importo dovuto o altre modalità di soddisfazione.

Per una Società in nome collettivo (S.n.c.) con debiti, il concordato preventivo rappresenta un’opportunità per riorganizzare le proprie finanze e continuare l’attività aziendale. La procedura si avvia con la presentazione di una domanda al tribunale competente, corredata da un piano dettagliato che illustri le modalità di soddisfazione dei creditori. Il piano deve essere approvato dalla maggioranza dei creditori e omologato dal tribunale.

Durante la fase di concordato, l’impresa mantiene la gestione ordinaria, sotto la supervisione di un commissario giudiziale nominato dal tribunale. Se il piano viene approvato e omologato, l’impresa è vincolata a rispettare gli impegni assunti, mentre i creditori sono tenuti a conformarsi alle condizioni concordate.

È importante notare che l’accesso al concordato preventivo richiede il rispetto di specifici requisiti e la presentazione di una documentazione accurata. Pertanto, è consigliabile avvalersi della consulenza di professionisti esperti in diritto fallimentare per valutare la fattibilità della procedura e predisporre un piano efficace.

Riassunto:

  • Il concordato preventivo è una procedura per risanare imprese in difficoltà economica, evitando il fallimento.
  • Permette di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito.
  • Per una S.n.c. con debiti, rappresenta un’opportunità per riorganizzare le finanze e proseguire l’attività.
  • La procedura richiede la presentazione di una domanda al tribunale e l’approvazione del piano da parte dei creditori.
  • È consigliabile consultare professionisti esperti per valutare la fattibilità e predisporre un piano efficace.

Quali sono i requisiti per accedere al concordato preventivo?

Il concordato preventivo è una procedura concorsuale prevista dall’ordinamento italiano che consente alle imprese in difficoltà economica di evitare il fallimento attraverso un accordo con i creditori. Per accedere a questa procedura, è necessario soddisfare specifici requisiti.

Innanzitutto, l’impresa deve trovarsi in stato di crisi o di insolvenza, ma non deve essere già stata dichiarata fallita. La domanda di concordato deve essere presentata al tribunale competente, corredata da una serie di documenti, tra cui un piano dettagliato che illustri le modalità di soddisfazione dei creditori. È fondamentale che il piano preveda una soddisfazione dei creditori in misura non inferiore al 20% dei crediti chirografari.

Inoltre, l’impresa deve dimostrare di essere in regola con gli obblighi fiscali e contributivi, o di aver presentato un piano di regolarizzazione. È altresì necessario che l’impresa non abbia subito condanne per reati tributari o societari. La proposta di concordato deve essere approvata dalla maggioranza dei creditori, calcolata sia per numero che per valore dei crediti. Una volta ottenuta l’approvazione, il tribunale procede all’omologazione del concordato, rendendolo efficace.

È importante sottolineare che la procedura di concordato preventivo è complessa e richiede una pianificazione accurata. Pertanto, è consigliabile avvalersi della consulenza di professionisti esperti in materia concorsuale per aumentare le probabilità di successo della procedura.

Riassunto:

  • L’impresa deve essere in stato di crisi o insolvenza, ma non dichiarata fallita.
  • Presentazione di un piano che preveda la soddisfazione dei creditori almeno al 20% dei crediti chirografari.
  • Regolarità fiscale e contributiva, o presentazione di un piano di regolarizzazione.
  • Assenza di condanne per reati tributari o societari.
  • Approvazione del piano da parte della maggioranza dei creditori.
  • Omologazione del concordato da parte del tribunale.

Cos’è la liquidazione volontaria e quando è consigliabile?

La liquidazione volontaria è una procedura attraverso la quale una società decide di cessare volontariamente la propria attività, convertendo i propri beni in denaro per soddisfare i creditori e, se possibile, distribuire l’eventuale residuo ai soci. Questa decisione è presa dall’assemblea dei soci e può essere motivata da diverse ragioni, tra cui:

  • Scadenza del termine: se l’atto costitutivo prevede una durata determinata della società e tale termine giunge al termine senza rinnovo.
  • Conseguimento dell’oggetto sociale: quando la società ha raggiunto gli obiettivi per i quali era stata costituita o è divenuto impossibile perseguirli.
  • Impossibilità di funzionamento: in caso di continue difficoltà operative o inattività prolungata dell’assemblea.
  • Riduzione del capitale sociale: se il capitale scende al di sotto del minimo legale senza essere reintegrato.
  • Deliberazione dell’assemblea: quando i soci decidono di sciogliere la società per altre ragioni, come cambiamenti nel mercato o strategie aziendali.

La procedura di liquidazione volontaria si articola in diverse fasi:

  1. Delibera di scioglimento: l’assemblea dei soci approva la decisione di sciogliere la società e nomina uno o più liquidatori.
  2. Nomina dei liquidatori: i liquidatori sostituiscono gli amministratori nella gestione della società, con l’obiettivo di liquidare il patrimonio sociale.
  3. Inventario e bilancio iniziale: i liquidatori redigono un inventario dei beni e un bilancio iniziale della liquidazione.
  4. Realizzazione dell’attivo: i beni della società vengono venduti o convertiti in denaro per pagare i debiti.
  5. Pagamento dei debiti: i creditori vengono soddisfatti secondo l’ordine delle loro pretese.
  6. Riparto dell’eventuale residuo: se, dopo aver pagato tutti i debiti, rimangono fondi, questi vengono distribuiti tra i soci.
  7. Cancellazione dal Registro delle Imprese: una volta completate tutte le operazioni, la società viene cancellata dal Registro delle Imprese, segnando la sua estinzione.

È importante notare che, durante la liquidazione, la società mantiene la propria personalità giuridica fino alla cancellazione dal Registro delle Imprese. Inoltre, i liquidatori hanno l’obbligo di agire con diligenza e trasparenza, rispettando le norme legali e statutarie.

La liquidazione volontaria è consigliabile quando la società non è più in grado di operare in modo profittevole o quando i soci decidono di cessare l’attività per motivi strategici o personali. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente le implicazioni fiscali, legali e operative di tale decisione, possibilmente con l’assistenza di professionisti esperti.

In sintesi, la liquidazione volontaria rappresenta una soluzione ordinata per chiudere una società, garantendo il rispetto dei diritti dei creditori e dei soci, e assicurando una chiusura conforme alle normative vigenti.

Quali sono i debiti che possono essere inclusi nelle procedure di ristrutturazione?

La Società in nome collettivo (S.n.c.) è una forma giuridica in cui i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali. Questo significa che, in caso di debiti contratti dalla società, i creditori possono rivalersi non solo sul patrimonio sociale, ma anche su quello personale dei singoli soci. Le principali cause di indebitamento per una S.n.c. includono una gestione finanziaria inefficace, investimenti non oculati, crisi di mercato, insolvenza dei clienti e spese operative eccessive.

Le conseguenze dei debiti per i soci di una S.n.c. sono significative. La responsabilità illimitata comporta che, se il patrimonio sociale non è sufficiente a coprire i debiti, i creditori possono agire sui beni personali dei soci. Inoltre, la solidarietà implica che ciascun socio può essere chiamato a rispondere per l’intero debito, indipendentemente dalla quota di partecipazione nella società. Questo può portare a pignoramenti, ipoteche sui beni personali e, in casi estremi, alla dichiarazione di fallimento personale.

Per affrontare una situazione debitoria, una S.n.c. può considerare la rinegoziazione dei propri debiti. Questo processo prevede la negoziazione con i creditori per modificare i termini di pagamento, ridurre l’importo del debito o ottenere una dilazione. È fondamentale presentare un piano finanziario credibile che dimostri la capacità della società di rispettare i nuovi accordi. La trasparenza e la comunicazione efficace con i creditori sono essenziali per il successo della rinegoziazione.

Il concordato preventivo è una procedura concorsuale che consente all’imprenditore in crisi di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito, evitando il fallimento. Per una S.n.c., il concordato preventivo può offrire la possibilità di continuare l’attività aziendale, preservando il valore dell’impresa e tutelando i posti di lavoro. Il piano può prevedere la ristrutturazione dei debiti, la cessione di beni o altre soluzioni concordate con i creditori.

Per accedere al concordato preventivo, la S.n.c. deve trovarsi in stato di crisi o insolvenza. È necessario presentare una domanda al tribunale competente, corredata da una proposta di concordato e da una serie di documenti, tra cui il bilancio aziendale, l’elenco dei creditori e una relazione di un professionista attestante la fattibilità del piano. La proposta deve ottenere l’approvazione della maggioranza dei creditori e l’omologazione da parte del tribunale.

La liquidazione volontaria è un processo attraverso il quale i soci decidono di sciogliere la società e liquidare il patrimonio sociale per soddisfare i creditori. È consigliabile quando la società non è più in grado di proseguire l’attività in modo profittevole o quando i soci ritengono che la continuazione dell’attività comporti rischi eccessivi. La liquidazione volontaria consente di gestire in modo ordinato la cessazione dell’attività, minimizzando le perdite per i creditori e i soci.

Nelle procedure di ristrutturazione, possono essere inclusi vari tipi di debiti, tra cui quelli verso fornitori, istituti finanziari, dipendenti e l’erario. È fondamentale valutare attentamente quali debiti possono essere rinegoziati e quali richiedono il pagamento integrale. Ad esempio, i debiti tributari e contributivi possono essere oggetto di rateizzazione o di accordi specifici con l’Agenzia delle Entrate o gli enti previdenziali. Una gestione accurata dei debiti è essenziale per il successo della ristrutturazione.

In conclusione, la gestione dei debiti in una S.n.c. richiede un’attenta valutazione delle opzioni disponibili e una strategia ben definita. La rinegoziazione dei debiti, il ricorso al concordato preventivo o la liquidazione volontaria sono strumenti che possono aiutare a superare le difficoltà finanziarie. È fondamentale agire tempestivamente e con il supporto di professionisti esperti per tutelare gli interessi della società e dei soci.

Riassunto per punti:

  • La S.n.c. comporta responsabilità solidale e illimitata dei soci per i debiti sociali.
  • Le principali cause di indebitamento includono gestione inefficace, investimenti non oculati e crisi di mercato.
  • I soci possono subire pignoramenti e ipoteche sui beni personali in caso di debiti non saldati.
  • La rinegoziazione dei debiti richiede un piano finanziario credibile e una comunicazione efficace con i creditori.
  • Il concordato preventivo consente di proporre un piano di ristrutturazione del debito, evitando il fallimento.
  • Per accedere al concordato preventivo, è necessaria l’approvazione dei creditori e l’omologazione del tribunale.
  • La liquidazione volontaria è consigliabile quando la continuazione dell’attività comporta rischi eccessivi.
  • Nelle procedure di ristrutturazione, possono essere inclusi debiti verso fornitori, istituti finanziari, dipendenti e l’erario.
  • Una gestione accurata dei debiti è essenziale per il successo della ristrutturazione.
  • Agire tempestivamente e con il supporto di professionisti esperti è fondamentale per tutelare gli interessi della società e dei soci.

Qual è il ruolo del liquidatore in caso di liquidazione volontaria di una S.n.c.?

Il liquidatore di una Società in nome collettivo (S.n.c.) svolge un ruolo cruciale nella fase di liquidazione dell’azienda. Nominato dai soci o, in mancanza di accordo, dall’autorità giudiziaria, il liquidatore assume la responsabilità di gestire tutte le operazioni necessarie per chiudere le attività societarie.

Le principali responsabilità del liquidatore includono:

  • Inventario e bilancio iniziale: redigere un inventario dettagliato dei beni sociali e una situazione patrimoniale aggiornata alla data di inizio della liquidazione.
  • Gestione del patrimonio: amministrare i beni della società, procedendo alla loro vendita o realizzo per ottenere liquidità necessaria al pagamento dei debiti.
  • Pagamento dei creditori: soddisfare le obbligazioni sociali, rispettando l’ordine di priorità previsto dalla legge, garantendo così la parità di trattamento tra i creditori.
  • Ripartizione dell’attivo residuo: una volta estinti i debiti, distribuire l’eventuale residuo tra i soci in proporzione alle rispettive quote di partecipazione.
  • Adempimenti legali e fiscali: curare la presentazione delle dichiarazioni fiscali, la chiusura delle posizioni contributive e l’espletamento di tutte le formalità necessarie per l’estinzione della società.

È fondamentale che il liquidatore operi con diligenza e trasparenza, poiché può essere ritenuto personalmente responsabile per eventuali danni causati ai creditori o ai soci a causa di negligenza o inadempimento dei propri doveri. Inoltre, durante la liquidazione, il liquidatore rappresenta legalmente la società, anche in sede giudiziaria, e ha l’obbligo di informare periodicamente i soci sull’andamento delle operazioni liquidatorie.

In sintesi, il liquidatore svolge un ruolo determinante nel garantire una chiusura ordinata e conforme alla legge delle attività di una S.n.c., tutelando gli interessi dei creditori e dei soci.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti Di SNC

Affrontare i debiti di una Società in Nome Collettivo (S.n.c.) richiede una comprensione approfondita delle responsabilità dei soci e delle strategie legali disponibili per gestire efficacemente tali obbligazioni. In una S.n.c., i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per i debiti sociali, il che significa che ciascuno può essere chiamato a rispondere con il proprio patrimonio personale per l’intero ammontare dei debiti contratti dalla società.

La rinegoziazione dei debiti rappresenta una delle prime opzioni da considerare. Questo processo implica la negoziazione con i creditori per rivedere le condizioni di pagamento, come la riduzione degli importi dovuti o l’estensione dei termini di pagamento. Una rinegoziazione efficace può prevenire azioni legali e consentire alla società di continuare le proprie attività senza l’onere di debiti insostenibili.

Il concordato preventivo è un’altra soluzione prevista dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019). Si tratta di una procedura concorsuale che consente all’imprenditore in difficoltà di proporre ai creditori un piano di ristrutturazione del debito, evitando così il fallimento. Per accedere al concordato preventivo, la società deve trovarsi in stato di crisi o insolvenza e presentare un piano che preveda la soddisfazione dei creditori in misura non inferiore al 20% dei crediti chirografari.

La liquidazione volontaria è consigliabile quando la società non è più in grado di proseguire la propria attività e si decide di cessarla in modo ordinato. In questo caso, si procede alla vendita dei beni sociali e al pagamento dei debiti con il ricavato. Il liquidatore, nominato dai soci, ha il compito di gestire questa fase, assicurando che i creditori siano soddisfatti secondo l’ordine di priorità stabilito dalla legge.

È fondamentale comprendere che non tutti i debiti possono essere inclusi nelle procedure di ristrutturazione. Ad esempio, i debiti tributari e contributivi possono richiedere specifiche modalità di gestione e, in alcuni casi, necessitano di accordi particolari con l’Agenzia delle Entrate o gli enti previdenziali.

Il ruolo del liquidatore è cruciale in caso di liquidazione volontaria. Egli è responsabile della gestione della fase di liquidazione, che comprende la realizzazione dell’attivo sociale, il pagamento dei debiti e la distribuzione dell’eventuale residuo tra i soci. Il liquidatore deve agire con diligenza e nel rispetto delle normative vigenti, garantendo la corretta chiusura della società.

Data la complessità delle procedure e le implicazioni legali connesse alla gestione dei debiti di una S.n.c., è altamente consigliabile avvalersi della consulenza di un avvocato esperto in cancellazione debiti di S.n.c. Un professionista del settore può fornire un supporto prezioso nell’analisi della situazione debitoria, nella scelta della strategia più appropriata e nella gestione delle trattative con i creditori, assicurando che tutte le azioni intraprese siano conformi alla legge e tutelino al meglio gli interessi dei soci.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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