Avvocato Per Cancellazione Debiti Tributari delle Aziende

I debiti tributari rappresentano una delle questioni più delicate per le aziende che si trovano in difficoltà economiche. Gestire correttamente i debiti tributari è fondamentale per evitare il rischio di azioni esecutive, come fermi amministrativi, pignoramenti e ipoteche, che possono compromettere la continuità aziendale. Affrontare queste situazioni con l’assistenza di un avvocato specializzato in diritto tributario consente di individuare le migliori strategie per ridurre l’onere fiscale e difendere l’azienda da eventuali errori o incongruenze nelle cartelle esattoriali. Esploriamo le diverse opzioni e procedure per affrontare i debiti tributari aziendali, dai piani di rateizzazione fino all’annullamento delle pretese fiscali indebite.

Ma andiamo nei dettagli con Studio Monardo, gli avvocati specializzati in cancellazione dei debiti tributari delle aziende.

Quali Sono Le Opzioni Di Rateizzazione Per I Debiti Tributari Aziendali?

Secondo l’art. 19 del DPR 602/73, le aziende che si trovano in difficoltà economiche possono richiedere una rateizzazione dei debiti tributari presentando domanda all’Agente della riscossione. Per importi fino a 120.000 euro, è possibile ottenere un piano di rateizzazione fino a 72 rate, con una procedura semplificata che può essere avviata online tramite il servizio “Rateizza adesso” disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure compilando il modulo R1. Per importi superiori a 120.000 euro, invece, è richiesta la presentazione del modulo R3, insieme alla documentazione relativa all’indice di liquidità e all’indice Alfa, nonché una copia dell’ultimo bilancio approvato e depositato presso il Registro delle Imprese. Le aziende che dimostrano una comprovata difficoltà economica possono, inoltre, richiedere una rateizzazione estesa fino a 120 rate, purché rispettino determinati requisiti, tra cui una rata non superiore al 10% del valore della produzione mensile e un indice di liquidità tra 0,5 e 1.


Quali Vantaggi Derivano Dalla Rateizzazione Dei Debiti Fiscali Aziendali?

La rateizzazione dei debiti fiscali aziendali rappresenta una strategia vantaggiosa per le imprese che, trovandosi in difficoltà finanziarie, cercano di risolvere i propri debiti in maniera sostenibile e dilazionata nel tempo. Uno dei principali vantaggi della rateizzazione è la possibilità per l’azienda di ridurre l’impatto finanziario del debito, evitando di dover affrontare un pagamento in un’unica soluzione che potrebbe compromettere la liquidità dell’impresa. Con un piano di rateizzazione approvato dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione, l’azienda può ripartire il pagamento del debito su un periodo esteso, che può variare da 72 a 120 rate mensili a seconda dell’entità del debito e dei requisiti finanziari dell’impresa stessa. Questo permette di stabilizzare la gestione finanziaria, di pianificare le uscite e di utilizzare i flussi di cassa in modo più efficace, concentrando risorse sulla crescita e sulle operazioni quotidiane dell’azienda.

La rateizzazione offre anche una protezione legale fondamentale per l’impresa. Una volta presentata e approvata la richiesta di rateizzazione, l’Agenzia delle Entrate non può iscrivere nuove ipoteche sui beni dell’azienda, avviare fermi amministrativi o attivare procedure esecutive sul patrimonio aziendale. Questo blocco di azioni esecutive garantisce una certa tranquillità operativa per l’azienda, che può continuare a svolgere la propria attività senza timore di perdere beni essenziali o risorse. Finché l’impresa rispetta le scadenze e gli importi delle rate stabilite, è quindi tutelata da misure coercitive che potrebbero compromettere la sua capacità operativa. Questo aspetto è particolarmente rilevante per le aziende che necessitano di stabilità per mantenere rapporti con clienti e fornitori, evitando che il peso del debito fiscale pregiudichi l’attività commerciale.

Un ulteriore vantaggio è rappresentato dalla flessibilità offerta dai piani di rateizzazione per debiti di importi diversi. Per debiti fino a 120.000 euro, la procedura di rateizzazione è semplice e rapida, accessibile online o tramite PEC, e può essere gestita direttamente dall’azienda senza bisogno di perizie complesse o consulenze esterne. Per debiti di importo maggiore, invece, l’azienda può richiedere una rateizzazione più strutturata, presentando documenti come il bilancio aziendale e specifici indici di liquidità che dimostrino la necessità di un pagamento dilazionato. Inoltre, per le aziende che si trovano in comprovate difficoltà economiche per cause esterne alla loro responsabilità, è possibile richiedere un piano di rateizzazione a 120 rate, dimostrando le ragioni oggettive della crisi e garantendo la sostenibilità del piano di pagamento. Questa possibilità di accesso a piani rateali diversi consente alle aziende di adattare la soluzione al proprio contesto finanziario e di evitare insolvenze o inadempimenti che potrebbero aggravare la situazione debitoria.

La rateizzazione dei debiti fiscali rappresenta inoltre un segnale positivo nei confronti dei creditori e dei partner commerciali, poiché dimostra l’impegno dell’azienda a onorare i propri debiti in maniera sostenibile e trasparente. Per i fornitori e i clienti, sapere che l’impresa ha intrapreso un percorso di risanamento tramite rateizzazione significa che esiste una pianificazione attiva per la gestione del debito e che l’azienda sta lavorando per garantire stabilità e continuità. Questo può contribuire a mantenere un buon rapporto con i partner commerciali, che spesso preferiscono lavorare con un’impresa che, pur trovandosi in difficoltà, ha adottato misure concrete per risolvere le proprie pendenze fiscali.

Infine, la rateizzazione permette di migliorare la gestione complessiva del bilancio aziendale, poiché le uscite programmate e rateizzate permettono una previsione precisa delle spese a lungo termine. Questo consente ai dirigenti di pianificare con maggiore sicurezza eventuali investimenti e di monitorare l’andamento della ripresa finanziaria senza incorrere in crisi di liquidità improvvise o problemi di cassa legati a scadenze di pagamento insostenibili. Grazie a una gestione accurata e dilazionata del debito, l’azienda ha l’opportunità di risanare la propria posizione fiscale e di costruire una base finanziaria più solida per il futuro.

Riassunto per Punti

  • Riduzione dell’impatto finanziario: il pagamento dilazionato permette di preservare la liquidità aziendale e stabilizzare la gestione delle risorse.
  • Protezione legale: la rateizzazione blocca le azioni esecutive dell’Agenzia delle Entrate, come ipoteche e fermi, finché si rispettano le rate.
  • Flessibilità dei piani di rateizzazione: possibilità di rateizzare in base all’importo del debito, fino a 72 o 120 rate, con adattamento alle esigenze dell’azienda.
  • Segnale positivo verso i partner: dimostra l’impegno dell’azienda a risolvere il debito, rassicurando creditori e partner commerciali.
  • Migliore gestione del bilancio aziendale: permette una pianificazione precisa delle spese e delle risorse, favorendo investimenti e stabilità a lungo termine.

Quando È Possibile Sospendere Il Pagamento Dei Debiti Tributari Aziendali?

La sospensione del pagamento dei debiti tributari aziendali è una misura temporanea che le aziende possono richiedere in specifiche situazioni, principalmente quando ritengono che la pretesa fiscale sia illegittima o che vi siano motivi di decadenza o prescrizione del debito. Questa opzione, regolata dalla legge n. 228/2012, consente di bloccare temporaneamente le azioni di riscossione, permettendo all’impresa di chiarire la propria posizione senza il rischio di azioni esecutive immediate da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. La sospensione è particolarmente utile quando un’azienda necessita di tempo per verificare la correttezza della richiesta di pagamento e per evitare il pagamento di somme non dovute o erronee.

Uno dei principali motivi per cui si può richiedere la sospensione è se il pagamento del debito è stato effettuato prima della formazione del ruolo. In questo caso, se l’azienda ha già saldato il debito ma riceve comunque una cartella esattoriale, può presentare domanda di sospensione per interrompere la riscossione e far verificare l’errore. Un altro caso in cui è possibile richiedere la sospensione è quando l’ente creditore, come un comune o un ente previdenziale, ha emesso un provvedimento di sgravio, cioè ha annullato o ridotto l’importo dovuto. Se l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non ha ancora ricevuto questo aggiornamento, l’azienda può bloccare il pagamento tramite sospensione e consentire il completamento della procedura di sgravio.

La sospensione è prevista anche quando intervengono cause di prescrizione o decadenza prima della data di esecutività del ruolo. In tal caso, l’azienda può fare ricorso per dimostrare che il debito è ormai prescritto o decaduto e, quindi, non più esigibile. Ad esempio, se il debito risale a molti anni prima e i termini per la riscossione sono scaduti, l’impresa ha diritto di richiedere la sospensione e contestare la pretesa fiscale. Altre situazioni che giustificano la sospensione includono la dichiarazione di sospensione amministrativa o giudiziale dell’ente creditore. Questo si verifica, ad esempio, quando una sentenza ha bloccato temporaneamente il pagamento o quando l’ente creditore ha emesso un provvedimento che sospende temporaneamente l’obbligo di pagamento.

Infine, se vi è una sentenza che ha annullato totalmente o parzialmente la pretesa tributaria e l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non ha preso parte a quel giudizio, l’azienda può utilizzare la sospensione per evitare la riscossione del debito fino alla rettifica definitiva. Questa misura è importante poiché consente all’azienda di interrompere le azioni esecutive e di evitare la liquidazione immediata di importi già annullati in giudizio. La sospensione può essere richiesta online attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate o presentando il modulo SL1 via email o agli sportelli, documentando le ragioni della sospensione.

Riassunto per Punti

  • Pagamento già effettuato: la sospensione blocca la riscossione se il pagamento è stato effettuato prima della formazione del ruolo.
  • Provvedimento di sgravio: consente di interrompere la riscossione in attesa del completamento dello sgravio emesso dall’ente creditore.
  • Prescrizione o decadenza del debito: se il debito è prescritto o decaduto, la sospensione evita la riscossione e permette la contestazione.
  • Sospensione amministrativa o giudiziale: blocca il pagamento se esistono provvedimenti che sospendono temporaneamente l’obbligo di pagamento.
  • Sentenza favorevole: evita la riscossione se una sentenza ha annullato la pretesa fiscale e l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non ha partecipato al giudizio.

Come Si Può Richiedere L’Annullamento Dei Debiti Tributari Aziendali?

L’annullamento dei debiti tributari aziendali può essere richiesto quando l’azienda ritiene che la pretesa fiscale sia errata o illegittima. In questi casi, l’impresa può avvalersi della procedura di autotutela, rivolgendo la richiesta all’ente creditore, cioè l’ente che ha emesso la cartella o il debito fiscale, come un Comune, l’INPS o, in alcuni casi, la stessa Agenzia delle Entrate. L’autotutela consente all’ente di correggere eventuali errori nella cartella esattoriale e, se la richiesta è fondata, di emettere uno sgravio, ovvero un provvedimento di annullamento totale o parziale del debito. Lo sgravio viene poi comunicato all’Agenzia delle Entrate – Riscossione, che è l’ente incaricato della riscossione ma non della verifica della correttezza della pretesa.

La procedura di annullamento tramite autotutela è particolarmente utile in situazioni in cui vi siano errori evidenti o documenti che dimostrino che il debito è stato già saldato, che è stato richiesto un importo superiore al dovuto o che l’azienda non sia tenuta a pagare il tributo. Per esempio, se un Comune ha erroneamente richiesto una tassa sui rifiuti per una sede aziendale chiusa, l’azienda può rivolgersi direttamente al Comune per chiedere l’annullamento della richiesta. Qualora l’ente accetti la richiesta e riconosca l’errore, invierà all’Agenzia delle Entrate – Riscossione un provvedimento di sgravio che cancellerà il debito.

Per richiedere l’annullamento, l’azienda deve inviare all’ente creditore una domanda dettagliata che spieghi il motivo della richiesta e includa eventuali documenti di supporto. Questa domanda può essere presentata tramite PEC, email o direttamente allo sportello competente dell’ente creditore. È importante fornire tutte le prove a sostegno della richiesta per aumentare le possibilità di successo. Se l’ente creditore non accoglie la richiesta di annullamento, l’azienda ha comunque la possibilità di fare ricorso al giudice tributario, come indicato nella cartella esattoriale. In caso di esito favorevole del ricorso, il giudice emetterà una sentenza di annullamento del debito, vincolando l’ente creditore a cancellare l’importo dovuto.

È importante ricordare che, anche se non ci sono termini di legge specifici per la presentazione della domanda di annullamento, è consigliabile agire rapidamente per evitare l’avvio di azioni esecutive. Presentare una richiesta di sospensione contestualmente all’annullamento può evitare che l’Agenzia delle Entrate proceda con misure come ipoteche o fermi amministrativi. Questa richiesta di sospensione permette di bloccare temporaneamente la riscossione fino alla verifica della correttezza del debito.

Riassunto per Punti

  • Autotutela: richiesta di annullamento inviata direttamente all’ente creditore (es. Comune, INPS), non all’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
  • Prove e documentazione: l’azienda deve fornire documenti e prove che dimostrino l’errore o l’illegittimità del debito.
  • Sgravio: se accettato, l’ente creditore emette uno sgravio che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione utilizza per cancellare il debito.
  • Ricorso giudiziario: in caso di rifiuto dell’autotutela, l’azienda può fare ricorso al giudice tributario per ottenere l’annullamento.
  • Richiesta di sospensione: blocca temporaneamente la riscossione in attesa della decisione sull’annullamento.

Quali Sono I Termini E I Tempi Per Presentare La Domanda Di Annullamento Dei Debiti Tributari Aziendali?

I termini e i tempi per presentare la domanda di annullamento dei debiti tributari aziendali variano a seconda della procedura seguita e delle specifiche circostanze del debito. Non esistono termini di legge perentori per presentare la richiesta di annullamento in autotutela, il che significa che l’azienda può teoricamente presentare la domanda in qualsiasi momento, purché non siano già state avviate azioni esecutive irrevocabili. Tuttavia, è altamente consigliabile agire con tempestività per evitare che il processo di riscossione prosegua e che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione possa adottare misure cautelari o esecutive, come fermi amministrativi o ipoteche sui beni aziendali. Presentare la domanda di annullamento appena si rileva un errore o un’indebita pretesa fiscale è fondamentale per tutelare l’azienda da azioni coercitive.

Se l’azienda decide di integrare la richiesta di annullamento con una domanda di sospensione della riscossione, può ottenere un ulteriore vantaggio temporale, poiché la sospensione blocca le azioni di riscossione in attesa che l’ente creditore verifichi la validità della richiesta di annullamento. La sospensione può essere richiesta online, via email o tramite PEC, utilizzando il modulo SL1 disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, e ha effetto finché l’ente creditore non completa le verifiche sulla correttezza della pretesa fiscale. La combinazione della sospensione e della domanda di annullamento è particolarmente utile per le aziende che hanno bisogno di più tempo per raccogliere documentazione o per quelle che desiderano evitare immediatamente le azioni di riscossione, permettendo così una gestione più flessibile del debito.

Nel caso in cui l’ente creditore respinga la domanda di annullamento, l’azienda ha la possibilità di fare ricorso entro termini stabiliti dalla legge per il contenzioso tributario. Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla data di notifica della cartella esattoriale o dell’atto contestato, come indicato nei documenti ufficiali. È fondamentale rispettare questo termine per non perdere il diritto di contestazione davanti al giudice tributario, che può emettere una sentenza di annullamento del debito se ritiene fondate le motivazioni dell’azienda. Il ricorso giudiziario rappresenta, quindi, un passaggio successivo rispetto all’autotutela, necessario qualora l’ente creditore confermi la validità della pretesa fiscale nonostante la richiesta di annullamento.

In ogni caso, un avvocato specializzato in diritto tributario può supportare l’azienda nella gestione di questi passaggi, assicurando che tutte le scadenze siano rispettate e che la documentazione presentata sia completa e conforme ai requisiti legali. Poiché la tempestività è essenziale, l’assistenza legale aiuta l’azienda a evitare errori procedurali e a massimizzare le possibilità di ottenere l’annullamento del debito senza subire le conseguenze delle azioni esecutive.

Riassunto per Punti

  • Assenza di termini per l’autotutela: la domanda può essere presentata in qualsiasi momento, ma agire con tempestività è consigliabile per evitare azioni esecutive.
  • Richiesta di sospensione: può bloccare temporaneamente la riscossione in attesa della verifica della richiesta di annullamento.
  • Ricorso al giudice tributario: da presentare entro 60 giorni dalla notifica dell’atto, se l’annullamento non viene accettato dall’ente creditore.
  • Supporto legale: un avvocato specializzato è essenziale per rispettare i termini e presentare la documentazione adeguata, aumentando le possibilità di successo.

Che Differenza C’è Tra Sospensione E Annullamento Dei Debiti Fiscali Aziendali?

La sospensione e l’annullamento dei debiti fiscali aziendali sono due procedure distinte, ciascuna con obiettivi e modalità specifiche, pensate per gestire i debiti tributari in modi diversi. La sospensione è una misura temporanea, che ha lo scopo di bloccare le azioni di riscossione in attesa di ulteriori verifiche da parte dell’ente creditore. Viene richiesta, ad esempio, quando un’azienda ritiene che il debito non sia dovuto o che vi sia un errore nella cartella esattoriale. La sospensione interrompe temporaneamente ogni azione esecutiva, come fermi amministrativi e ipoteche, finché l’ente creditore non verifica la legittimità del debito o non risponde alla richiesta di chiarimenti. Questa misura consente all’azienda di guadagnare tempo, evitando pagamenti o misure esecutive immediate mentre si effettuano le verifiche necessarie.

L’annullamento del debito, invece, è una soluzione definitiva. Si ottiene quando l’ente creditore riconosce, tramite una procedura di autotutela, che il debito non è dovuto, o in seguito a una sentenza favorevole in sede giudiziaria. A differenza della sospensione, che blocca solo temporaneamente le azioni di riscossione, l’annullamento implica la cancellazione del debito, che viene rimosso dalla cartella e non è più esigibile. L’annullamento può avvenire, ad esempio, in caso di errori di calcolo, doppia imposizione o prescrizione del debito. Se l’ente creditore accetta la richiesta di annullamento, emette un provvedimento di sgravio, che cancella in modo definitivo l’importo dovuto. Questo rende l’annullamento una soluzione risolutiva per chiudere la questione debitoria.

In sintesi, la sospensione rappresenta una tutela preliminare e temporanea, utile per bloccare le azioni esecutive nell’attesa di verifiche o chiarimenti, mentre l’annullamento è una misura permanente che risolve la questione del debito cancellandolo definitivamente. La sospensione può essere richiesta in modo rapido e permette all’azienda di guadagnare tempo, ma non garantisce che il debito sia eliminato. L’annullamento, invece, richiede una verifica più approfondita e il consenso dell’ente creditore o una decisione favorevole in sede giudiziaria, ma offre la certezza di una cancellazione totale del debito.

Riassunto per Punti

  • Sospensione: misura temporanea che blocca le azioni esecutive in attesa di verifica; utile per ottenere tempo per chiarimenti o controlli.
  • Annullamento: misura definitiva che cancella il debito in caso di errore o mancanza di legittimità del credito; rimuove il debito dalla cartella.
  • Differenza chiave: la sospensione è temporanea e non risolve il debito, mentre l’annullamento è permanente e cancella definitivamente l’obbligo di pagamento.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Dei Debiti Tributari Aziendali

Affrontare i debiti tributari aziendali è un compito complesso e delicato che richiede una gestione attenta e strategica, soprattutto quando si tratta di evitare conseguenze dannose per la continuità dell’azienda. Avere al proprio fianco un avvocato specializzato nella cancellazione dei debiti tributari aziendali è fondamentale per garantire che ogni azione intrapresa sia conforme alla legge e massimizzi le possibilità di successo. Un professionista esperto non solo conosce a fondo le normative vigenti e le procedure da seguire, ma è anche in grado di analizzare ogni dettaglio della situazione fiscale dell’azienda, valutando le soluzioni migliori in base alle specifiche esigenze e caratteristiche del caso.

La gestione di debiti tributari non risolti o controversi può portare a conseguenze estremamente gravose per l’azienda, come il rischio di fermi amministrativi, ipoteche o addirittura azioni esecutive sui beni aziendali. Senza un’adeguata tutela, l’azienda può trovarsi rapidamente in una spirale di difficoltà che rende sempre più difficile la ripresa economica. Un avvocato specializzato rappresenta una garanzia di protezione per l’azienda, poiché sa come sfruttare gli strumenti a disposizione, come la sospensione e l’annullamento dei debiti, per offrire un’efficace difesa contro le pretese indebite. Grazie alla sua esperienza, l’avvocato è in grado di individuare rapidamente le irregolarità nella pretesa fiscale e di proporre le misure correttive più adeguate.

Inoltre, un avvocato specializzato è essenziale per navigare le complessità burocratiche e legali della procedura di autotutela e di ricorso tributario. Ogni documento deve essere presentato in modo impeccabile, senza errori o omissioni che potrebbero compromettere l’esito positivo della richiesta. L’avvocato si occupa di redigere ogni richiesta di sospensione o annullamento con estrema precisione, rispettando i tempi e i requisiti formali, per evitare che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione possa respingere l’istanza per ragioni procedurali. Questa attenzione ai dettagli è cruciale, poiché anche un piccolo errore può ritardare o compromettere l’intera procedura, esponendo l’azienda a costi aggiuntivi e rischi operativi.

Un altro aspetto fondamentale è la capacità dell’avvocato di gestire le comunicazioni con gli enti fiscali e con l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Interagire con questi enti richiede un linguaggio tecnico, una conoscenza delle normative in costante aggiornamento e, spesso, una capacità di mediazione che solo un professionista specializzato possiede. Grazie alla sua competenza, l’avvocato è in grado di rappresentare al meglio le ragioni dell’azienda, aumentando le probabilità di successo e tutelando l’immagine e la stabilità dell’impresa. La presenza di un avvocato evita che l’azienda debba gestire direttamente una trattativa spesso difficile e potenzialmente conflittuale, consentendole di concentrarsi sulle proprie attività produttive e commerciali.

L’importanza di avere un avvocato specializzato si riflette anche nella possibilità di scegliere con competenza e rapidità tra sospensione e annullamento del debito. Questi strumenti, pur simili, presentano differenze sostanziali e vanno utilizzati con attenzione in base al contesto e alle condizioni della pretesa fiscale. Un professionista esperto sa quando è opportuno richiedere una sospensione per bloccare temporaneamente le azioni esecutive, evitando fermi e ipoteche sui beni aziendali. Questa scelta è spesso necessaria per guadagnare il tempo utile per raccogliere prove e documentazione, in vista di una richiesta di annullamento. Solo un avvocato specializzato può valutare quale opzione sia più vantaggiosa per l’azienda, senza compromettere le possibilità di un annullamento definitivo e completo del debito.

La consulenza di un avvocato specializzato è preziosa anche quando la richiesta di annullamento viene respinta. Se l’ente creditore non accoglie l’istanza, l’azienda può ricorrere al giudice tributario per far valere le proprie ragioni. Questo passaggio richiede una conoscenza approfondita delle leggi tributarie e delle procedure giudiziarie, competenze che un avvocato specializzato possiede. Affrontare un contenzioso tributario senza l’assistenza di un avvocato sarebbe rischioso e potrebbe portare a risultati svantaggiosi, mentre un professionista può costruire una difesa solida e ben documentata, aumentando le probabilità di un esito favorevole. In caso di vittoria, l’azienda ottiene l’annullamento definitivo del debito e la piena tutela dei propri diritti.

In sintesi, un avvocato specializzato nella cancellazione dei debiti tributari aziendali non è solo un consulente, ma un vero alleato strategico che tutela l’azienda da richieste fiscali indebite o errate. Grazie alla sua esperienza, l’avvocato è in grado di valutare ogni opzione, di mediare con gli enti fiscali e di rappresentare l’azienda davanti al giudice tributario, offrendo una difesa completa e ben strutturata. In un contesto complesso come quello della gestione dei debiti tributari, l’assistenza di un avvocato specializzato non è solo consigliabile, ma indispensabile per proteggere l’azienda da rischi economici e giuridici.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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