Come Avviene Il Blocco Del Conto Corrente?

Il blocco del conto corrente è una misura che limita o impedisce al titolare del conto di accedere ai fondi o di effettuare operazioni finanziarie. Questo avviene in diverse circostanze, tra cui azioni legali come pignoramenti, sequestri, o per ragioni fiscali, spesso legate a un mancato pagamento di imposte. Il blocco del conto è regolato dal Codice di Procedura Civile e, in particolare, dagli articoli 543 e seguenti, che disciplinano il pignoramento presso terzi. Quando un creditore ottiene una sentenza esecutiva contro un debitore, può richiedere il blocco del conto corrente per recuperare le somme dovute.

Un’altra causa frequente di blocco del conto corrente riguarda le indagini su attività illecite. In casi di presunta frode fiscale, riciclaggio di denaro o altre attività criminali, l’autorità giudiziaria può richiedere il blocco dei conti bancari per impedire che i fondi vengano trasferiti o nascosti. Questo provvedimento è disciplinato dall’articolo 321 del Codice di Procedura Penale, che consente il sequestro preventivo dei beni, inclusi i conti correnti, per evitare che siano utilizzati per scopi illeciti o sottratti al controllo dell’autorità.

Dal punto di vista fiscale, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha il potere di bloccare un conto corrente nel caso di mancato pagamento di tasse o tributi. In base all’articolo 72-bis del DPR 602/1973, l’Agenzia delle Entrate può emettere un atto di pignoramento presso terzi, che permette di bloccare le somme presenti sul conto del debitore fino al soddisfacimento del debito. Questo tipo di blocco fiscale è una delle cause più comuni, soprattutto in situazioni in cui il debitore non ha risposto alle notifiche di sollecito di pagamento. Quando l’Agenzia delle Entrate blocca un conto, il debitore viene informato tramite una notifica ufficiale, ma l’accesso ai fondi potrebbe essere limitato già dal momento dell’emissione del provvedimento.

Un altro caso in cui può avvenire il blocco del conto è in presenza di eccessivi scoperti. Le banche possono limitare l’uso del conto quando il titolare ha superato il limite di fido concesso o si trova in una situazione di insolvenza prolungata. Sebbene non si tratti di un blocco legale completo come nel caso dei pignoramenti, questa misura può comportare la sospensione di alcune operazioni, come prelievi e bonifici, fino a quando la situazione non viene regolarizzata.

Quando un conto corrente viene bloccato, le somme presenti al momento del blocco vengono congelate, e il titolare non ha più la possibilità di accedervi o utilizzarle fino alla risoluzione del problema. Le banche, tuttavia, sono obbligate a garantire una certa trasparenza nella gestione di queste situazioni. In base alle normative vigenti, il titolare del conto deve essere informato del blocco, sia attraverso una comunicazione scritta, sia attraverso il servizio di internet banking, se disponibile. Tuttavia, in alcuni casi, il blocco può essere attuato immediatamente senza preavviso, soprattutto quando si tratta di pignoramenti o sequestri giudiziari.

Per quanto riguarda i nuovi accrediti su un conto bloccato, come stipendi o pensioni, questi possono essere soggetti a ulteriori limitazioni. In caso di pignoramento, l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile stabilisce che solo una parte dello stipendio o della pensione può essere pignorata, solitamente fino a un quinto dell’importo netto. Questo limite è stato introdotto per garantire che il debitore mantenga una somma sufficiente per il proprio sostentamento. Tuttavia, le somme accreditate successivamente al blocco potrebbero essere soggette a trattenute o congelamenti fino al soddisfacimento del debito.

In queste situazioni, è importante agire rapidamente per cercare di sbloccare il conto corrente. Il primo passo è contattare la banca per ottenere maggiori informazioni sulla natura del blocco e sulle azioni necessarie per risolverlo. Se il blocco è stato disposto da un’autorità fiscale o giudiziaria, è consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto tributario o civile, a seconda del caso. Un professionista può aiutare a valutare le possibilità di contestare il blocco o di negoziare un accordo con i creditori. In caso di pignoramento, ad esempio, il debitore ha il diritto di fare opposizione entro 40 giorni dalla notifica, contestando la legittimità del provvedimento o dimostrando che i beni sequestrati sono impignorabili.

Per sbloccare un conto corrente bloccato a seguito di un pignoramento, è necessario risolvere la causa del debito. Questo può avvenire attraverso il pagamento integrale del debito o, più frequentemente, mediante la negoziazione di un piano di pagamento rateale con il creditore. Una volta raggiunto un accordo, il creditore può richiedere al tribunale di revocare il pignoramento e consentire lo sblocco del conto. In caso di blocco per motivi fiscali, il debito può essere risolto pagando le imposte arretrate o negoziando una rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate. Una volta risolta la questione fiscale, l’Agenzia delle Entrate può revocare il blocco e restituire l’accesso ai fondi.

Riassunto per punti:

  • Il blocco del conto corrente può avvenire per cause legali (pignoramenti, sequestri) o fiscali (mancato pagamento di imposte).
  • Il Codice di Procedura Civile regola il pignoramento dei conti, mentre l’Agenzia delle Entrate può bloccare conti per tributi non pagati.
  • Le somme già presenti sul conto al momento del blocco vengono congelate.
  • Stipendi e pensioni sono parzialmente protetti, con solo una parte pignorabile (fino a un quinto).
  • Per sbloccare il conto, è necessario risolvere il debito tramite pagamento o negoziazione con i creditori o le autorità.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Cosa significa il blocco del conto corrente?

Il blocco del conto corrente si verifica quando un’autorità, una banca o un ente giuridico limita o impedisce al titolare di effettuare operazioni finanziarie. Ciò può includere la sospensione di pagamenti, prelievi o trasferimenti di denaro. Il blocco può essere causato da diverse ragioni, come pignoramenti, sequestri o azioni fiscali, spesso per debiti non pagati, come stabilito dal Codice di Procedura Civile e dal DPR 602/1973.

Quando un conto corrente viene bloccato, il titolare non ha più accesso ai fondi, che rimangono congelati fino alla risoluzione del problema. Il blocco può essere parziale, come avviene con lo stipendio o la pensione, dove solo una parte può essere pignorata. Il Codice di Procedura Civile prevede che fino a un quinto dello stipendio possa essere sequestrato per soddisfare i debiti, con una tutela minima per il sostentamento del debitore.

Per quanto riguarda i conti bloccati per pignoramento o motivi fiscali, il titolare del conto viene solitamente informato attraverso una notifica ufficiale. Tuttavia, in alcune circostanze, come nelle indagini su attività illecite, il blocco può essere imposto senza preavviso. Il blocco di un conto corrente può avere conseguenze significative, poiché impedisce al titolare di pagare bollette, mutui e altre spese essenziali.

Quando si verifica un blocco del conto, la priorità per il debitore è capire la causa del blocco e agire tempestivamente. In molti casi, contattare un avvocato esperto in diritto civile o tributario è fondamentale per comprendere i propri diritti e determinare se è possibile opporsi al blocco. In alcuni casi, è possibile negoziare con i creditori per ottenere una rateizzazione del debito o un accordo che consenta lo sblocco del conto.

Inoltre, per quanto riguarda i pignoramenti, il debitore può fare opposizione al pignoramento entro 40 giorni dalla notifica, contestando la legittimità del provvedimento. Se il blocco è stato disposto dall’Agenzia delle Entrate per debiti fiscali, è possibile risolvere la questione pagando il debito o negoziando una rateizzazione.

Riassunto per punti:

  • Il blocco del conto corrente impedisce al titolare di accedere ai fondi.
  • Le cause principali sono pignoramenti, sequestri e problemi fiscali.
  • Il blocco può essere parziale (stipendio o pensione) o totale.
  • È importante contattare un avvocato e cercare di negoziare soluzioni per sbloccare il conto.
  • L’opposizione al blocco deve essere fatta entro 40 giorni.

Quali sono le cause principali del blocco del conto corrente?

Le cause principali che possono portare al blocco del conto corrente includono:

  1. Pignoramenti o sequestri: Quando un creditore ottiene una sentenza per il recupero di un debito, può chiedere il pignoramento del conto corrente del debitore. Il pignoramento è regolato dagli articoli 543 e seguenti del Codice di Procedura Civile, che stabiliscono le modalità con cui il conto viene bloccato fino alla liquidazione del debito.
  2. Indagini su attività illecite: Il conto corrente può essere bloccato nell’ambito di indagini penali, ad esempio in caso di presunto riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo o frodi fiscali. L’articolo 321 del Codice di Procedura Penale prevede il sequestro preventivo dei beni, inclusi i conti correnti, per impedire che vengano utilizzati a scopi illeciti.
  3. Mancato pagamento di tasse o tributi: L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha il potere di bloccare i conti correnti in caso di mancato pagamento delle imposte. In base all’articolo 72-bis del DPR 602/1973, l’Agenzia delle Entrate può emettere un atto di pignoramento presso terzi, bloccando le somme presenti sul conto fino alla copertura del debito fiscale.
  4. Eccessivi scoperti: Se un conto corrente resta a lungo in rosso, la banca può decidere di bloccarlo. Anche se non è un blocco totale, possono essere imposte limitazioni fino a quando la situazione non viene regolarizzata.

Come viene comunicato il blocco del conto corrente?

Quando un conto corrente viene bloccato, la comunicazione di tale provvedimento avviene attraverso una notifica ufficiale. Se il blocco è disposto da un’autorità giudiziaria, come nel caso di un pignoramento o di un sequestro, l’ufficiale giudiziario invia la notifica al debitore e alla banca. Questo avviene per garantire che il debitore sia a conoscenza del provvedimento e delle ragioni sottostanti. La banca, una volta ricevuta la notifica, blocca l’accesso al conto e informa il titolare tramite posta, e-mail o notifiche all’interno dell’internet banking.

Nel caso in cui il blocco sia dovuto a questioni fiscali, come il mancato pagamento di imposte o tributi, è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a emettere il provvedimento. Ai sensi dell’articolo 72-bis del DPR 602/1973, il debitore riceve un atto di pignoramento presso terzi, che indica il blocco delle somme presenti sul conto. In questa situazione, l’Agenzia notifica sia il debitore sia la banca, che procede al blocco.

Se il blocco è causato da una situazione interna alla banca, come un eccessivo scoperto, la comunicazione viene effettuata direttamente dall’istituto bancario. In questi casi, il titolare del conto riceve un avviso, spesso tramite posta o e-mail, che lo informa della necessità di regolarizzare la posizione.

Il blocco del conto può anche avvenire senza preavviso, soprattutto in situazioni di sequestro giudiziario preventivo, dove l’autorità giudiziaria interviene per impedire che i beni del debitore vengano utilizzati o spostati. In questo caso, il blocco può essere immediato e il debitore viene informato solo successivamente. Questo è spesso il caso di indagini su reati gravi, come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo, dove il rischio che i fondi vengano trasferiti è alto.

Una volta notificato il blocco, è essenziale per il debitore agire prontamente per comprendere la situazione e cercare di risolverla. Se il blocco è legato a un pignoramento o a questioni fiscali, è possibile fare opposizione entro un termine specifico, generalmente 40 giorni dalla notifica. L’opposizione può contestare la legittimità del blocco o cercare di dimostrare che i beni sequestrati sono impignorabili. In molti casi, un avvocato specializzato in diritto tributario o civile può essere fondamentale per assistere il debitore nella risoluzione della questione e per negoziare con i creditori o con l’Agenzia delle Entrate.

Riassunto per punti:

  • Il blocco è comunicato tramite notifica ufficiale, inviata dall’ufficiale giudiziario o dall’Agenzia delle Entrate.
  • La banca informa il titolare del blocco attraverso posta, e-mail o notifiche digitali.
  • Nel caso di sequestri giudiziari, il blocco può avvenire senza preavviso.
  • Il debitore può fare opposizione entro 40 giorni dalla notifica per contestare il blocco o negoziare una soluzione.

Cosa succede ai nuovi accrediti su un conto bloccato?

Quando un conto corrente è bloccato, i nuovi accrediti, come stipendi, pensioni o altri pagamenti, possono essere anch’essi soggetti a limitazioni. Se il blocco è legato a un pignoramento, una parte delle nuove somme accreditate potrebbe essere sequestrata per soddisfare il debito, in base alle norme stabilite dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile. In particolare, solo una quota, solitamente fino a un quinto dello stipendio o della pensione, può essere trattenuta, per garantire che il debitore mantenga una somma sufficiente al proprio sostentamento.

Tuttavia, la situazione può variare in base al motivo del blocco. Se il blocco è stato imposto per ragioni fiscali, come un debito con l’Agenzia delle Entrate, le somme in arrivo potrebbero essere utilizzate per coprire quel debito. In queste situazioni, il debitore potrebbe non avere accesso a tutto o a parte del denaro fino a quando il blocco non viene revocato o il debito saldato.

Nel caso di blocchi dovuti a sequestri preventivi o a indagini giudiziarie, i nuovi accrediti potrebbero essere congelati o bloccati per intero, a seconda della gravità del caso e delle disposizioni dell’autorità giudiziaria.

Riassunto per punti:

  • I nuovi accrediti possono essere parzialmente pignorati per soddisfare debiti.
  • Solo una parte dello stipendio o della pensione (fino a un quinto) può essere trattenuta.
  • I blocchi fiscali possono congelare le somme per coprire i debiti con l’Agenzia delle Entrate.
  • In casi di sequestri giudiziari, i nuovi accrediti potrebbero essere completamente bloccati.

Cosa fare se il conto corrente è bloccato?

Se il conto corrente è bloccato, il primo passo è contattare la banca per capire la causa del blocco. Se il blocco è stato disposto da un’autorità fiscale o giudiziaria, come nel caso di un pignoramento o di un sequestro, è necessario agire rapidamente. In questi casi, può essere utile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto tributario o civile per valutare la situazione e determinare se è possibile opporsi al provvedimento.

Se il blocco è dovuto a un pignoramento, il debitore può presentare opposizione entro 40 giorni dalla notifica, contestando la legittimità del blocco o dimostrando che i beni sequestrati sono impignorabili. Ad esempio, lo stipendio e la pensione sono in parte protetti dalla legge: solo una parte di questi redditi può essere pignorata, come previsto dall’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, e il debitore deve mantenere un minimo di risorse per il proprio sostentamento.

In caso di blocco fiscale, come per il mancato pagamento delle imposte, il debitore può cercare di sanare la situazione negoziando con l’Agenzia delle Entrate, ad esempio richiedendo una rateizzazione del debito. Una volta che il debito viene pagato o il piano di pagamento viene concordato, l’Agenzia delle Entrate può revocare il blocco.

È anche possibile che il blocco sia stato imposto per motivi interni alla banca, ad esempio a causa di un eccessivo scoperto o di altre irregolarità nei movimenti del conto. In questo caso, è importante regolarizzare la posizione al più presto, contattando l’istituto bancario per trovare una soluzione.

In ogni caso, un conto corrente bloccato può avere conseguenze gravi, poiché impedisce al titolare di effettuare pagamenti o prelievi, creando problemi per far fronte alle spese quotidiane, come bollette, mutui o rate di prestiti. Pertanto, agire tempestivamente è fondamentale per evitare ulteriori complicazioni.

Riassunto per punti:

  • Contattare subito la banca per capire il motivo del blocco.
  • Se il blocco è giudiziario o fiscale, rivolgersi a un avvocato esperto.
  • Presentare opposizione entro 40 giorni se si tratta di un pignoramento.
  • Negoziare con l’Agenzia delle Entrate per risolvere i debiti fiscali.
  • Agire rapidamente per evitare ulteriori problemi economici.

Come sbloccare il conto corrente?

Per sbloccare un conto corrente bloccato, è essenziale comprendere la causa specifica del blocco. Se il blocco è dovuto a un pignoramento, il debitore deve risolvere il debito in sospeso attraverso il pagamento integrale o mediante un accordo con il creditore, come una rateizzazione. Una volta raggiunto l’accordo, il creditore può richiedere la revoca del pignoramento e lo sblocco del conto.

In caso di blocco fiscale, dovuto al mancato pagamento di tasse, la soluzione spesso risiede nella negoziazione con l’Agenzia delle Entrate, ad esempio con un piano di rateizzazione o saldando il debito. Quando l’obbligazione fiscale è estinta o viene concordato un piano, l’Agenzia può procedere con la revoca del blocco.

Se il blocco è stato imposto per ragioni amministrative da parte della banca stessa, come nel caso di uno scoperto o irregolarità nei movimenti, è necessario regolarizzare la situazione con l’istituto bancario. Questo può includere saldare eventuali debiti con la banca o fornire documentazione aggiuntiva per risolvere irregolarità.

Un ruolo centrale è svolto dagli avvocati specializzati, che possono assistere nel negoziare con i creditori o le autorità competenti per accelerare il processo di sblocco. In caso di pignoramenti, è possibile presentare opposizione entro 40 giorni, contestando la legittimità della procedura o dimostrando che i beni sequestrati sono impignorabili.

Infine, è fondamentale che il debitore mantenga una comunicazione attiva con tutte le parti coinvolte, dalla banca ai creditori e agli avvocati, per risolvere la questione il più rapidamente possibile e limitare i danni economici legati al blocco del conto, come l’impossibilità di pagare bollette o stipendi.

Riassunto per punti:

  • Risolvere il debito o negoziare con il creditore per sbloccare il conto pignorato.
  • Collaborare con l’Agenzia delle Entrate per blocchi fiscali.
  • Regolarizzare situazioni amministrative con la banca.
  • Rivolgersi a un avvocato e, se necessario, presentare opposizione entro 40 giorni.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Cancellazione Debiti e Sblocco Conti Correnti Pignorati

Affrontare il blocco del conto corrente, soprattutto in presenza di un pignoramento, rappresenta una delle situazioni più complesse per un debitore. Le implicazioni legali e finanziarie possono essere gravi e immediate, rendendo difficile gestire le spese quotidiane e i debiti accumulati. Per questo motivo, avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti e sblocco di conti correnti pignorati diventa cruciale. Un avvocato specializzato non solo fornisce consulenza giuridica, ma svolge un ruolo chiave nel proteggere i diritti del debitore e nel trovare soluzioni pratiche e tempestive per risolvere la situazione.

Uno degli aspetti più importanti del pignoramento del conto corrente è la possibilità di contestare la procedura. L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile prevede delle protezioni per il debitore, come la parziale impignorabilità dello stipendio o della pensione. Tuttavia, è spesso difficile per un privato far valere i propri diritti senza un’adeguata rappresentanza legale. Un avvocato esperto in materia di pignoramenti può aiutare il debitore a contestare eventuali abusi o errori nella procedura di pignoramento e a far valere le esenzioni previste dalla legge.

Inoltre, un professionista del settore legale può negoziare con i creditori per cercare soluzioni alternative al blocco del conto. Tra queste soluzioni rientra la rateizzazione del debito, che consente al debitore di pagare gradualmente le somme dovute, evitando la vendita forzata dei beni o il blocco prolungato del conto. La negoziazione di un piano di pagamento può rappresentare un’opportunità per entrambe le parti, poiché consente al creditore di recuperare il credito in modo più sicuro e al debitore di continuare a gestire le proprie finanze senza troppi vincoli.

La capacità di un avvocato di interagire con le autorità fiscali e giudiziarie è un altro vantaggio fondamentale. Quando il blocco del conto corrente è legato a debiti fiscali, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha il potere di disporre il pignoramento presso terzi. Tuttavia, in questi casi, è possibile richiedere una rateizzazione del debito o presentare opposizione entro i termini previsti dalla legge. Un avvocato specializzato conosce i meccanismi giuridici per ottenere la sospensione temporanea della procedura esecutiva e garantire che il debitore abbia il tempo necessario per regolarizzare la propria posizione fiscale.

Anche la comunicazione con la banca è essenziale per risolvere rapidamente la questione del blocco del conto. Spesso, la banca agisce su ordine dell’autorità giudiziaria o fiscale, ma può esserci margine per negoziare una soluzione temporanea, come lo sblocco parziale delle somme necessarie per coprire spese essenziali. Un avvocato esperto può interfacciarsi con l’istituto di credito e verificare che tutte le procedure siano state eseguite correttamente, evitando che il debitore subisca danni ulteriori a causa di eventuali errori amministrativi.

Oltre alla risoluzione immediata del blocco del conto, l’avvocato svolge un ruolo cruciale nella prevenzione di future situazioni di insolvenza. Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, introdotto con il D.Lgs. n. 14/2019, offre una serie di strumenti per gestire situazioni di sovraindebitamento, tra cui il piano del consumatore e l’accordo di ristrutturazione dei debiti. Questi strumenti consentono di sospendere le azioni esecutive in corso e di proporre un piano sostenibile per il rientro dal debito. Un avvocato può aiutare il debitore a scegliere la soluzione più adatta alla propria situazione finanziaria, presentando una proposta che tenga conto delle necessità personali e familiari.

Infine, in casi estremi, un avvocato può assistere il debitore nell’ottenimento dell’esdebitazione, ovvero la cancellazione dei debiti residui non pagati al termine di una procedura di sovraindebitamento. Questa misura consente al debitore di ripartire senza l’onere di debiti insostenibili, una volta che tutti i tentativi di soddisfare i creditori sono stati esauriti.

In conclusione, l’importanza di avere al proprio fianco un avvocato esperto in cancellazione debiti e sblocco di conti correnti pignorati non può essere sottovalutata. La complessità delle normative fiscali e civili richiede competenze specialistiche per garantire che il debitore possa difendere i propri diritti e trovare soluzioni efficaci e tempestive. Un avvocato esperto offre la consulenza e il supporto necessari per affrontare situazioni di blocco del conto corrente, negoziare con i creditori e le autorità, e prevenire il peggioramento della crisi finanziaria. Questo approccio non solo aiuta a risolvere il problema immediato, ma offre al debitore una possibilità concreta di ripartire, riducendo l’impatto economico e psicologico della situazione debitoria.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Giuseppe Monardo

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