Quanti Giorni Tra Notifica Pignoramento e Udienza?

La procedura di pignoramento è un meccanismo legale attraverso il quale un creditore può recuperare somme di denaro dai beni di un debitore che non ha adempiuto ai suoi obblighi finanziari. Prima che un pignoramento venga eseguito, ci sono vari passaggi e notifiche legali che devono essere rispettati per garantire un processo equo e trasparente. Una delle questioni chiave riguarda il tempo che intercorre tra la notifica del pignoramento e l’udienza in tribunale, dove viene decisa l’effettiva esecuzione del pignoramento.

La notifica di pignoramento è un atto formale che informa il debitore dell’avvio di una procedura esecutiva. Questo documento deve contenere tutte le informazioni pertinenti relative al debito, al titolo esecutivo su cui si basa e alle conseguenze del mancato pagamento. La notifica deve essere fatta in conformità con le disposizioni del Codice di Procedura Civile italiano, per garantire che il debitore sia pienamente consapevole delle azioni legali intraprese contro di lui.

Il tempo che intercorre tra la notifica del pignoramento e l’udienza varia a seconda di diversi fattori, inclusi il tipo di pignoramento, la complessità del caso e il carico di lavoro del tribunale. In generale, il Codice di Procedura Civile stabilisce che l’udienza deve essere fissata entro un termine ragionevole per consentire al debitore di prepararsi adeguatamente e presentare la propria difesa. Nella pratica, questo termine è spesso compreso tra 30 e 60 giorni dalla notifica del pignoramento. Ad esempio, l’articolo 543 del Codice di Procedura Civile prevede che, nel caso di pignoramento presso terzi, l’udienza deve essere fissata entro un termine non superiore a 30 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.

Un elemento cruciale nel processo di pignoramento è l’atto di precetto, che è un’ingiunzione formale notificata al debitore, intimandogli di pagare il debito entro un termine non inferiore a 10 giorni. Questo atto è essenziale perché segna l’inizio della fase esecutiva. L’articolo 480 del Codice di Procedura Civile stabilisce che l’atto di precetto deve contenere una descrizione dettagliata del credito e l’avvertimento che, in caso di mancato pagamento, si procederà con l’esecuzione forzata. Se il debitore non adempie all’obbligo di pagamento entro il termine stabilito, il creditore può procedere con il pignoramento.

La procedura prevede anche che, in alcuni casi, sia obbligatorio tentare una conciliazione o mediazione prima di avviare una procedura esecutiva. Questo è particolarmente rilevante nei rapporti di lavoro e nei contratti di locazione, come stabilito dal Decreto Legislativo 28/2010, che introduce l’obbligo di mediazione in alcune controversie civili e commerciali. Il tentativo di conciliazione o mediazione offre alle parti l’opportunità di risolvere la controversia in modo amichevole, evitando l’escalation della disputa e il pignoramento. Se il tentativo fallisce, il creditore può procedere con l’azione legale.

Una volta superata la fase della mora e, se richiesto, del tentativo di conciliazione, il creditore deve ottenere un titolo esecutivo. I titoli esecutivi possono essere di vari tipi, tra cui le sentenze di condanna, i decreti ingiuntivi, le cambiali e gli assegni. L’articolo 474 del Codice di Procedura Civile definisce il titolo esecutivo come un documento che attesta il diritto del creditore di procedere con l’esecuzione forzata. Senza un titolo esecutivo valido, il creditore non può legalmente avviare il pignoramento.

Dopo aver ottenuto il titolo esecutivo, il creditore deve notificare al debitore l’atto di precetto. Questo atto, regolato dall’articolo 480 del Codice di Procedura Civile, è una notifica formale che intima al debitore di pagare il debito entro un termine non inferiore a 10 giorni. L’atto di precetto deve essere chiaro e dettagliato, includendo tutte le informazioni relative al credito, il titolo esecutivo su cui si basa e le conseguenze del mancato pagamento. Se il debitore non adempie all’obbligo di pagamento entro il termine stabilito, il creditore può procedere con il pignoramento.

Durante tutto questo processo, il debitore ha diversi diritti. Ha il diritto di essere informato adeguatamente delle azioni legali intraprese contro di lui e ha il diritto di presentare opposizione al titolo esecutivo o all’atto di pignoramento. Il debitore può contestare la validità del titolo esecutivo, sostenendo ad esempio che il credito è prescritto o che la notifica non è stata effettuata correttamente. Inoltre, in determinate circostanze, il debitore può richiedere al giudice la sospensione temporanea o la riduzione dell’importo pignorato, dimostrando che il pignoramento sta causando un danno eccessivo rispetto all’importo del debito.

La prescrizione del credito è un aspetto importante nella difesa del debitore. Secondo il Codice Civile, i crediti derivanti da contratti bancari, come i conti correnti, hanno una prescrizione decennale. Tuttavia, attraverso atti specifici indicati dalla legge, la banca può sospendere o interrompere tale prescrizione. In caso di interruzione, il termine decennale ricomincia a decorrere dalla data dell’interruzione. Ad esempio, se una banca invia una raccomandata di messa in mora al debitore pochi giorni prima della scadenza del termine di prescrizione, il periodo di prescrizione ricomincia a decorrere dalla data di invio della raccomandata.

In conclusione, il tempo che intercorre tra la notifica del pignoramento e l’udienza varia a seconda di diversi fattori, ma generalmente si situa tra 30 e 60 giorni. Questo periodo è stabilito per garantire che il debitore abbia il tempo necessario per prepararsi e presentare la propria difesa. La procedura di pignoramento è complessa e regolata da una serie di leggi e norme che garantiscono che il debitore sia adeguatamente informato e abbia la possibilità di difendersi. Conoscere i propri diritti e i passaggi del processo è essenziale per affrontare efficacemente qualsiasi procedura esecutiva.

Ma andiamo nei dettagli con domande e risposte.

Domande e Risposte

Cos’è la notifica di pignoramento?

La notifica di pignoramento è un atto formale con cui il creditore informa il debitore che ha avviato una procedura esecutiva per il recupero del credito. Questa notifica deve contenere tutte le informazioni relative al credito, il titolo esecutivo su cui si basa e le conseguenze del mancato pagamento. La notifica di pignoramento deve essere effettuata secondo le modalità previste dal Codice di Procedura Civile, per garantire che il debitore sia adeguatamente informato.

Cosa succede dopo la notifica di pignoramento?

Dopo la notifica di pignoramento, il debitore ha un periodo di tempo per adempiere all’obbligo di pagamento o per presentare opposizione all’esecuzione. Se il debitore non paga entro i termini stabiliti, il creditore può procedere con il pignoramento dei beni del debitore. Successivamente, il giudice dell’esecuzione fissa un’udienza per valutare la situazione e decidere le modalità di esecuzione.

Quanti giorni intercorrono tra la notifica del pignoramento e l’udienza?

La procedura che porta al pignoramento dei beni di un debitore è attentamente regolamentata dalla legge italiana per garantire trasparenza ed equità. Uno degli aspetti fondamentali di questa procedura riguarda il tempo che intercorre tra la notifica del pignoramento e l’udienza in tribunale, un periodo durante il quale il debitore ha la possibilità di preparare la propria difesa e di contestare le azioni intraprese contro di lui.

La notifica del pignoramento è un atto formale che informa il debitore dell’inizio di una procedura esecutiva. Questo documento deve contenere tutte le informazioni rilevanti riguardo al debito, al titolo esecutivo su cui si basa e alle conseguenze del mancato pagamento. La notifica deve essere effettuata in conformità con le disposizioni del Codice di Procedura Civile italiano, per garantire che il debitore sia pienamente consapevole delle azioni legali in corso.

Dopo la notifica del pignoramento, il giudice dell’esecuzione fissa una data per l’udienza di comparizione. Secondo l’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, nel caso di pignoramento presso terzi, l’udienza deve essere fissata entro un termine non superiore a 30 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. Questo termine è stabilito per garantire che il debitore abbia il tempo necessario per prepararsi adeguatamente e presentare la propria difesa.

In pratica, il termine tra la notifica del pignoramento e l’udienza può variare a seconda di diversi fattori, tra cui il tipo di pignoramento, la complessità del caso e il carico di lavoro del tribunale. Generalmente, l’udienza viene fissata entro 30-60 giorni dalla notifica del pignoramento. Questo intervallo di tempo permette al debitore di raccogliere tutta la documentazione necessaria, preparare le proprie argomentazioni e, se necessario, ottenere l’assistenza di un avvocato.

Una volta che il giudice ha fissato la data dell’udienza, tutte le parti coinvolte vengono notificate con un preavviso sufficiente. La notifica dell’udienza deve essere effettuata in modo tale da garantire che il debitore e qualsiasi terzo coinvolto abbiano il tempo di organizzarsi e di partecipare all’udienza. Durante l’udienza di comparizione, il giudice ascolta le argomentazioni di tutte le parti, valuta le prove presentate e decide le modalità di esecuzione del pignoramento.

Il diritto del debitore di contestare il pignoramento e di presentare opposizione è un elemento cruciale della procedura. Se il debitore ritiene che ci siano motivi validi per contestare il pignoramento, come errori procedurali, inesattezze nel credito vantato o altre irregolarità, può presentare opposizione al giudice. Questa opposizione deve essere motivata e supportata da prove concrete. L’articolo 615 del Codice di Procedura Civile prevede che l’opposizione all’esecuzione possa essere proposta dal debitore per contestare la legittimità del titolo esecutivo o delle modalità con cui è stata eseguita la procedura.

Un altro aspetto importante è la possibilità per il debitore di richiedere la sospensione dell’esecuzione. Se il debitore può dimostrare che il pignoramento sta causando un danno eccessivo rispetto all’importo del debito, può richiedere al giudice la sospensione temporanea o la riduzione dell’importo pignorato. Questo è particolarmente rilevante quando il pignoramento compromette la capacità del debitore di soddisfare le necessità basilari di vita o di sostenere economicamente i familiari.

È anche fondamentale considerare le somme impignorabili. Secondo l’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, alcune somme sono impignorabili o possono essere pignorate solo in parte. Ad esempio, le somme derivanti da stipendi, pensioni e altre indennità di sostentamento possono essere pignorate solo nella misura di un quinto. Inoltre, l’ultimo accredito di stipendio o pensione su un conto corrente è impignorabile fino al limite dell’importo corrispondente al triplo dell’assegno sociale, che nel 2024 è circa 1.375 euro. Queste disposizioni sono cruciali per proteggere il debitore da azioni esecutive che possano compromettere la sua sussistenza.

La gestione delle implicazioni fiscali del saldo e stralcio è un altro aspetto critico in cui l’assistenza legale può essere determinante. La parte del debito cancellata potrebbe essere considerata reddito imponibile e, quindi, soggetta a tassazione. Un avvocato può collaborare con un consulente fiscale per garantire che il debitore sia preparato a gestire queste conseguenze, prevenendo ulteriori problemi finanziari e assicurando che tutte le azioni siano conformi alle normative fiscali.

In conclusione, il tempo che intercorre tra la notifica del pignoramento e l’udienza è un periodo durante il quale il debitore ha la possibilità di organizzare la propria difesa e contestare le azioni legali intraprese contro di lui. La legge italiana, attraverso il Codice di Procedura Civile, stabilisce un quadro normativo che garantisce trasparenza ed equità nel processo esecutivo. La consulenza di un avvocato esperto è fondamentale per navigare con successo in queste fasi complesse, proteggendo i propri diritti e cercando di ottenere il miglior risultato possibile.

Cos’è il pignoramento presso terzi?

Il pignoramento presso terzi è una procedura esecutiva che consente al creditore di sequestrare i crediti del debitore presso terzi, come i conti correnti bancari o le somme dovute da altri debitori. In questo caso, l’atto di pignoramento viene notificato sia al debitore che al terzo, che è tenuto a dichiarare l’esistenza dei crediti pignorati. Il terzo deve fornire una dichiarazione entro 10 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, specificando l’importo dei crediti pignorati e le eventuali opposizioni.

Come viene fissata l’udienza di comparizione?

L’udienza di comparizione viene fissata dal giudice dell’esecuzione dopo che è stata avviata la procedura di pignoramento. Questo passaggio è fondamentale per garantire che tutte le parti coinvolte abbiano l’opportunità di presentare le loro argomentazioni e che il processo esecutivo sia condotto in modo equo e trasparente. La fissazione dell’udienza avviene in conformità con le disposizioni del Codice di Procedura Civile italiano.

Dopo la notifica dell’atto di pignoramento, il creditore deve depositare presso il tribunale competente tutti i documenti necessari, compresi il titolo esecutivo, l’atto di precetto e la prova della notifica al debitore. Una volta ricevuti questi documenti, il giudice dell’esecuzione esamina il fascicolo per assicurarsi che tutte le procedure siano state seguite correttamente e che non vi siano irregolarità.

Il giudice, dopo aver esaminato la documentazione, fissa la data dell’udienza di comparizione. Secondo l’articolo 543 del Codice di Procedura Civile, nel caso di pignoramento presso terzi, l’udienza deve essere fissata entro un termine non superiore a 30 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento. Questo termine può variare in base alla complessità del caso e al carico di lavoro del tribunale. In pratica, l’udienza può essere fissata entro 30-60 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento.

Una volta fissata la data dell’udienza, il tribunale notifica la convocazione a tutte le parti coinvolte, compreso il debitore e il terzo pignorato (nel caso di pignoramento presso terzi). La notifica dell’udienza deve essere effettuata con un preavviso sufficiente per garantire che tutte le parti abbiano il tempo necessario per prepararsi adeguatamente. Il debitore ha il diritto di essere presente all’udienza per presentare le proprie difese e contestare il pignoramento, se ritiene che vi siano motivi validi per farlo.

Durante l’udienza di comparizione, il giudice ascolta le argomentazioni di tutte le parti coinvolte. Il creditore deve dimostrare la validità del proprio credito e l’adempimento di tutte le procedure previste dalla legge. Il debitore, dal canto suo, ha l’opportunità di contestare il pignoramento, presentare eventuali opposizioni e fornire prove a sostegno delle proprie tesi. Il terzo pignorato, se presente, deve dichiarare l’esistenza e l’ammontare dei crediti pignorati.

Il giudice dell’esecuzione valuta attentamente tutte le argomentazioni e le prove presentate durante l’udienza. Se ritiene che il pignoramento sia stato eseguito correttamente e che non vi siano irregolarità, emette un’ordinanza di assegnazione, che autorizza il trasferimento dei beni pignorati al creditore per soddisfare il debito. Se, invece, il giudice rileva irregolarità o motivi validi per contestare il pignoramento, può sospendere o annullare l’esecuzione.

La fissazione dell’udienza di comparizione è un passaggio cruciale nel processo esecutivo, poiché garantisce che il debitore abbia la possibilità di difendersi e che il processo sia condotto in modo equo. È importante che il debitore partecipi all’udienza, preparandosi adeguatamente e, se possibile, con l’assistenza di un avvocato. La presenza di un legale esperto può fare la differenza nel presentare una difesa efficace e nel proteggere i propri diritti.

In conclusione, l’udienza di comparizione viene fissata dal giudice dell’esecuzione dopo l’avvio della procedura di pignoramento e la presentazione di tutti i documenti necessari. Il termine per la fissazione dell’udienza è generalmente compreso tra 30 e 60 giorni dalla notifica dell’atto di pignoramento, con alcune variazioni in base alla complessità del caso e al carico di lavoro del tribunale. La partecipazione all’udienza è fondamentale per il debitore, che ha l’opportunità di presentare le proprie difese e contestare il pignoramento. L’assistenza di un avvocato esperto è essenziale per garantire che tutte le azioni siano intraprese correttamente e che i diritti del debitore siano sempre protetti.

Quali sono i diritti del debitore durante le fasi pre-pignoramento?

Durante le fasi pre-pignoramento, il debitore ha diversi diritti, tra cui il diritto all’informazione, il diritto alla difesa e il diritto alla sospensione dell’esecuzione in determinate circostanze. Il debitore deve essere informato adeguatamente delle azioni legali intraprese contro di lui e ha il diritto di presentare opposizione al titolo esecutivo o all’atto di pignoramento. Inoltre, in alcuni casi, la legge prevede un tentativo obbligatorio di conciliazione o mediazione prima di avviare una procedura esecutiva.

Esempi pratici di difesa del debitore

Esempio 1: Opposizione al titolo esecutivo

Un debitore riceve un atto di pignoramento basato su un decreto ingiuntivo. Verifica che il decreto è stato emesso senza una notifica corretta. Il debitore, assistito da un avvocato, presenta opposizione al decreto ingiuntivo, contestando la validità del titolo esecutivo. Il giudice accoglie l’opposizione e sospende la procedura esecutiva.

Esempio 2: Tentativo di conciliazione

Un inquilino non riesce a pagare l’affitto per diversi mesi. Il proprietario invia una lettera di sollecito e tenta una conciliazione obbligatoria. Durante la conciliazione, l’inquilino propone un piano di pagamento rateale per saldare l’affitto arretrato. Il proprietario accetta la proposta e la controversia si risolve senza bisogno di procedere al pignoramento.

Quali leggi regolano le fasi pre-pignoramento?

Le fasi pre-pignoramento sono regolate da diverse normative, tra cui il Codice Civile e il Codice di Procedura Civile. Il Codice Civile disciplina la costituzione del credito e la mora del debitore, mentre il Codice di Procedura Civile regola il processo esecutivo, compresi il titolo esecutivo e l’atto di precetto. Inoltre, la Legge 108/1996 stabilisce le norme sull’usura e la tutela del debitore, e il Decreto Legislativo 28/2010 introduce l’obbligo di mediazione in alcune controversie civili e commerciali.

Conclusioni e Come Possiamo Aiutarti In Studio Monardo, Gli Avvocati Specializzati In Opposizione a Pignoramenti

Navigare attraverso le complesse e spesso stressanti procedure di pignoramento può essere un compito arduo e travolgente per qualsiasi debitore. In questo contesto, avere al proprio fianco un avvocato esperto in opposizione a pignoramenti è di fondamentale importanza per proteggere i propri diritti e ottenere il miglior risultato possibile. La presenza di un legale specializzato offre non solo una guida tecnica, ma anche un supporto strategico e morale durante tutte le fasi del processo.

Uno degli aspetti più cruciali in cui un avvocato esperto può fare la differenza è la verifica della documentazione. Il processo di pignoramento coinvolge una serie di atti legali e notifiche che devono essere esaminati con attenzione per identificare eventuali errori o irregolarità. Un avvocato può esaminare ogni documento ricevuto, dalla notifica del pignoramento al titolo esecutivo, assicurandosi che tutte le procedure siano state seguite correttamente. Errori procedurali, notifiche non conformi e altre irregolarità possono costituire una base solida per contestare il pignoramento. Senza la competenza di un avvocato, un debitore potrebbe non essere in grado di individuare questi dettagli cruciali, compromettendo le proprie possibilità di difesa.

La presentazione dell’opposizione all’esecuzione è un’altra area in cui l’assistenza legale è vitale. Secondo l’articolo 615 del Codice di Procedura Civile, il debitore può proporre opposizione all’esecuzione per contestare la legittimità del titolo esecutivo o delle modalità con cui è stata eseguita la procedura. Questa opposizione deve essere motivata e supportata da prove concrete. Un avvocato esperto può redigere un’istanza ben argomentata e presentarla al giudice competente entro i termini legali previsti. La precisione e la tempestività in questa fase sono essenziali per aumentare significativamente le possibilità di successo. Inoltre, l’avvocato può rappresentare il debitore in udienza, presentando le argomentazioni in modo chiaro e persuasivo.

L’assistenza di un avvocato è fondamentale anche durante la negoziazione di un accordo di saldo e stralcio. La negoziazione richiede abilità specifiche e una comprensione delle dinamiche finanziarie e legali. Un avvocato può presentare la situazione finanziaria del debitore in modo convincente, proponendo un’offerta realistica e sostenibile al creditore. La presenza di un legale durante le negoziazioni facilita il dialogo e spesso porta a termini più favorevoli per il debitore. Un accordo di saldo e stralcio ben negoziato può ridurre significativamente il debito, consentendo al debitore di risolvere la crisi finanziaria e riprendere il controllo delle proprie finanze.

La gestione delle implicazioni fiscali è un’altra area critica in cui l’assistenza legale può essere determinante. La parte del debito cancellata potrebbe essere considerata reddito imponibile e, quindi, soggetta a tassazione. Un avvocato può collaborare con un consulente fiscale per garantire che il debitore sia preparato a gestire queste conseguenze, prevenendo ulteriori problemi finanziari e assicurando che tutte le azioni siano conformi alle normative fiscali. Questo tipo di consulenza è essenziale per evitare sorprese fiscali e pianificare in modo adeguato il futuro finanziario del debitore.

Un avvocato esperto offre anche supporto strategico a lungo termine. Oltre a risolvere la crisi finanziaria immediata, il legale può consigliare il debitore su come stabilizzare le proprie finanze e prevenire future situazioni di sovraindebitamento. Questo può includere consigli su gestione del budget, riduzione delle spese e miglioramento della gestione del debito. Una consulenza strategica ben strutturata aiuta il debitore a costruire una base solida per la stabilità economica futura. L’assistenza di un avvocato esperto è fondamentale per garantire che tutte le azioni intraprese siano legalmente valide e che i diritti del debitore siano sempre protetti.

Affrontare un pignoramento senza l’assistenza di un avvocato comporta rischi significativi. Le implicazioni legali e finanziarie sono complesse, e un errore può avere conseguenze gravi e durature. La presenza di un avvocato esperto offre una protezione essenziale, garantendo che tutte le azioni siano intraprese correttamente e nei tempi previsti dalla legge. L’assistenza di un avvocato esperto può fare la differenza tra una risoluzione efficace del debito e ulteriori complicazioni finanziarie, offrendo al debitore la possibilità di superare la crisi e costruire un futuro economico più stabile e sicuro.

Un avvocato esperto non solo fornisce competenza tecnica, ma offre anche supporto morale e strategico durante tutte le fasi del processo legale. Questo include la preparazione e la partecipazione alle udienze, la negoziazione con i creditori, la gestione delle implicazioni fiscali e la pianificazione finanziaria a lungo termine. La consulenza di un avvocato esperto può fare la differenza tra una soluzione vantaggiosa e una situazione finanziaria compromessa, offrendo al debitore la possibilità di proteggere i propri diritti e di risolvere la situazione in modo efficace.

In conclusione, affrontare un pignoramento del conto corrente o negoziare un saldo e stralcio senza l’assistenza di un avvocato esperto è estremamente rischioso. Le implicazioni legali e finanziarie sono complesse, e un errore può avere conseguenze gravi e durature. L’assistenza di un avvocato esperto è essenziale per garantire che tutte le azioni siano intraprese correttamente, che i diritti del debitore siano protetti e che le migliori possibilità di successo siano massimizzate. La consulenza di un avvocato esperto può fare la differenza tra una soluzione vantaggiosa e una situazione finanziaria compromessa, offrendo al debitore la possibilità di superare la crisi e costruire un futuro economico più stabile e sicuro. Investire nella competenza legale e nella protezione offerta da un avvocato esperto è una decisione saggia che può avere un impatto positivo duraturo sulla vita finanziaria del debitore. La presenza di un legale esperto non solo protegge il debitore dalle insidie legali, ma permette anche di affrontare con maggiore serenità e consapevolezza ogni fase del processo, fino alla risoluzione definitiva del debito.

A tal riguardo, l’avvocato Monardo, coordina avvocati e commercialisti esperti a livello nazionale nell’ambito del diritto bancario e tributario, è gestore della Crisi da Sovraindebitamento (L. 3/2012), è iscritto presso gli elenchi del Ministero della Giustizia e figura tra i professionisti fiduciari di un OCC (Organismo di Composizione della Crisi).

Ha conseguito poi l’abilitazione professionale di Esperto Negoziatore della Crisi di Impresa (D.L. 118/2021).

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Disclaimer: Le opinioni espresse in questo articolo riflettono il punto di vista personale degli Autori, maturato sulla base della loro esperienza professionale. Non devono essere considerate come consulenza tecnica o legale. Per chiarimenti specifici o ulteriori informazioni, si consiglia di contattare direttamente il nostro studio. Si invita a tenere presente che l’articolo fa riferimento al contesto normativo vigente alla data di redazione, poiché leggi e interpretazioni giuridiche possono cambiare nel tempo. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per un utilizzo inappropriato delle informazioni contenute in queste pagine.
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Giuseppe Monardo

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